Milan-Tottenham, vergogna a San Siro: insulti nel minuto di silenzio

Milan-Tottenham, San Siro diventa una bolgia: il minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Turchia e Siria viene rovinato.

Milan-Tottenham, il minuto di silenzio per il terremoto in Siria e Turchia si trasforma in un momento di antisportività. I tifosi a San Siro cominciano a cantare insulti nei confronti di Antonio Conte. Reo, secondo la curva rossonera, di aver militato nell’Inter. Quella che doveva essere una parentesi rispettosa di sport e cordoglio diventa occasione di scherno favorendo un vero e proprio oltraggio per quanto sta accadendo in Turchia e Siria.

Milan-Tottenham minuto di raccoglimento
Milan-Tottenham minuto di raccoglimento (ANSA)

Non ci si ferma davanti a nulla, persino davanti a eventi funesti come la morte si passa oltre. La banalità del male in tribuna e nelle curve. Il tifo mostra la propria parte peggiore nonostante nelle notti europee sarebbe meglio avere un atteggiamento differente: lo specchio dell’Italia, sul piano umano, sportivo e disciplinare, passa anche da questi atteggiamenti che dovrebbero favorire la sobrietà anziché la mancanza di rispetto. Finito il minuto di raccoglimento ciascuno è ritornato nel proprio.

Insulti a Conte durante il minuto di raccoglimento

Anche i tifosi a cantare, ma resta l’onta di fischi che dovevano restare fuori. Almeno per 60 secondi. Non è stato così: atteggiamento su cui riflettere e non è detto che non possa essere anche oggetto di sanzione, ma la seconda ipotesi appare remota. Resta una macchia indelebile che si va a sommare a barbarie di ben altro tipo in certi luoghi che stanno vivendo il martirio da vicino. Una disgrazia incalcolabile alimentata anche da comportamenti inammissibili. Tutto il mondo è paese, ma stavolta si è superato un limite. Entro il quale è bene tornare senza dare adito a ulteriori criticità.

Insulti minuto raccoglimento
Insulti durante il minuto di silenzio (ANSA)

Questo deve servire da insegnamento per le generazioni future che popoleranno gli spalti e dovranno concepire che di fronte alle tragedie non esistono colori e noncuranza. Solo tanta coesione e semmai concordia. In assenza di quest’ultima deve, quantomeno, prevalere il rispetto. Una volontà reciproca che non deve mai mancare: dentro e fuori dal rettangolo verde.

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