La nuova Superlega è profondamente diversa dalla sua originaria versione: ecco le 10 regole per convincere i detrattori
Il progetto della controversa Superlega più che a una competizione assomiglia alla mitologica Araba fenice che risorge dalle sue stesse ceneri. Più viene messo all’angolo dalle istituzioni, calcistiche e no, anche se i suoi promotori si sono aggiudicati il round al Tribunale di Madrid, e più rinasce a nuova vita.
Ieri, infatti, è stata annunciata l’ultima versione della Superlega che nelle intenzioni dei suoi fautori, a cominciare da Bernd Reichart, Ceo della “A22 Sports Management”, dovrebbe soppiantare tutte le competizioni organizzate dall’Uefa, quindi anche la Champions League. Un obiettivo ambizioso per centrale il quale i promotori della Superlega hanno sottoposto a un profondo restyling l’originario format sulla base di un nuovo decalogo.
Tuttavia, se questa nuova versione, a differenza di quella originaria, sarà coronata da successo, dipenderà da vari fattori, in particolare il giudizio pendente presso la Corte di Giustizia Europea e la risposta dei club tedeschi che non hanno aderito alla prima versione del format. In tal senso, la nomina a Ceo della “A22 Sports Management” di Reichart, con un corposo curriculum nel mondo dei media tedeschi, è stata una sorta di captatio benevolentiae dei club tedeschi.
Superlega, le 10 nuove regole: competizione su meritocratica
Comunque, in attesa di conoscere il destino della Superlega 2.o, quello che è certo è che i suoi promotori hanno imparato dai loro errori. La nuova Superlega si preannuncia davvero super dal momento che la platea degli eventuali partecipanti è stata allargata a 60 o addirittura 80 club, con conseguentemente almeno 14 match garantiti e una distribuzione degli utili tra tutti i livelli della piramide calcistica.
Ma l’innovazione più importante, che corregge quello che era il vulnus su cui più si sono concentrate le critiche dei suoi detrattori, è che non sarà più un torneo elitario a invito, con i top club titolari del diritto di parteciparvi permanentemente, ma meritocratico, quindi con promozioni e retrocessioni e criteri selettivi su base nazionale.
Una proposta condensata, come detto, in un decalogo che tocca ogni ambito del calcio del futuro così come disegnato dai suoi promotori:
–Competizioni su base ampia e meritocratica
-I tornei nazionali sono la base del calcio
-Miglioramento della competitività
-Priorità alla salute dei calciatori
-Competizioni gestite dai club secondo regole di sostenibilità finanziaria trasparenti e applicate nel concreto
-Sviluppo del calcio femminile
-Incremento della solidarietà
-Rispetto del diritto e dei valori dell’Unione Europea.
Principi cui uniformare la nuova Superlega per organizzare la migliore e più avvincente competizione calcistica in modo da offrire ai tifosi un’esperienza irripetibile.