La Superlega ci prova ancora e prepara una nuova proposta rivista e corretta nei punti che avevano scandalizzato il mondo del calcio nel 2021.
Nel febbraio 2021 veniva annunciata la Superlega, che poi dopo aver sollevato sdegno trasversale e minacce dalle istituzioni, è ben presto naufragata. Vittoria della Uefa e della Fifa? Non proprio. Le istituzioni storiche del calcio hanno sicuramente vinto la battaglia, ma la guerra sembrerebbe essere tutt’altro che finita. Dal ricorso alla corte europea al rilancio della proposta, rivista e corretta nei punti che avevano sollevato le critiche maggiori, il contrattacco è pronto. Stavolta le parole d’ordine sono “meritocrazia e sostenibilità“.
La A22 Sports Management, ovvero la società per lo sviluppo commerciale dello sport in Europa, ha pubblicato i risultati ottenuti dopo il dialogo con i dirigenti dei club per capire in che direzione dovrà andare il futuro del calcio. Il desiderio di cambiamento è forte e la Superlega può essere la risposta.
Nel frattempo si attende la sentenza da parte della Corte di Giustizia UE, cui si chiede di pronunciarsi in merito alla conformità degli statuti di Uefa e Fifa e conseguentemente sul divieto di intese anticoncorrenziali oltre che di abuso di posizione dominante. La Uefa e la Fifa infatti avevano minacciato di ritorsioni e sanzioni tutti i club coinvolti nel progetto Superlega.
Superlega, cosa c’è di nuovo
Dopo le accuse di voler essere un torneo esclusivo in cui il merito veniva meno, la nuova Superlega si propone di essere una competizione aperta. Sono previste divisioni e da 60 fino a 80 squadre in cui dovrà esserci una distribuzione sostenibile dei ricavi, senza escludere nessuno.
Tra i punti “caldi” c’è la partecipazione, che parrebbe essere basata quindi sul merito sportivo. Le squadre potranno retrocedere ed essere promosse ogni anno, di fatto accantonando l’idea dei club membri permanenti.Per qualificarsi ci saranno delle leghe nazionali con spazio alla competizione anche per club emergenti. Nessun addio ai campionati nazionali quindi, che resteranno alla base del progetto.
L’obiettivo primario è quello di rendere più appetibile la proposta, ma al tempo stesso di ridistribuire anche in maniera più equa i ricavi, in modo che non esistano leghe di serie A, B o C, con lo scopo di far sviluppare campionati più competitivi in modo da creare ancora più top club a livello internazionale.
A quanto pare però non tutti sono convinti di questa nuova veste della Superlega, anzi. Il presidente della Liga l’ha addirittura spiegato con un disegno in un tweet.
La Superliga es el lobo, que hoy se disfraza de abuelita para intentar engañar al fútbol europeo, pero SU nariz y SUS dientes son muy grandes, ¿cuatro divisiones en europa? Claro la primera para ellos, como en la reforma de 2019.¿Gobierno de los clubes? Claro solo de los grandes pic.twitter.com/y0IQmLzS6W
— Javier Tebas Medrano (@Tebasjavier) February 9, 2023