La questione plusvalenze in casa Juventus è una grana da risolvere, ma uno studio rilancia un sistema più ad ampio raggio: cosa dicono i numeri e gli esperti.
La Juventus deve affrontare la vicenda plusvalenze e l’inchiesta Prisma con due processi che potrebbero essere un grosso problema durante la stagione attuale. Già 15 i punti di penalizzazione, ora la decisione di presentare il ricorso, provando a fare leva sulla presentazione della richiesta che sarebbe avvenuta oltre i tempi prestabiliti dalla Procura Federale.
Proprio da uno studio universitario emerge come sia nato il fenomeno e quali siano i numeri generati da questo modus operandi. La ricerca di natura scientifica mostra i dati e gli aumenti importanti che, però, non riguarderebbero soltanto il campionato di Serie A.
Cosa emerge dallo studio
Dal cosiddetto “sistema Juve” si passa al “sistema Europa” e ciò emergerebbe da uno studio condotto da tre docenti universitari: si tratta di Massimiliano Bonacchi (Università di Bolzano), Fabio Capioni (Università degli Studi dell’Aquila) e Antonio Marra (Università Bocconi). Nel caso specifico, infatti, emerge l’elemento delle plusvalenze, analizzando i cinque maggiori grandi campionati europei. Il sistema dei proventi, generati dagli scambi, sarebbe un fenomeno particolarmente diffuso.
Il calciomercato racconta spesso queste vicenda, ora però a pensare ci sarebbe uno studio di natura economica. Si tratta di un effetto emerso durante le operazioni di mercato, nello specifico quello dello scambio dei giocatori. Secondo gli studiosi delle materie economiche, infatti, la UEFA avrebbe messo dei vincoli, ma i club avrebbe fatto leva sul mercato per trarre vantaggio, con tutte le conseguenze del caso.
I numeri citati nello studio mostrano dal 2014 al 2018 un valore degli scambi fra giocatori di diversi club, nello specifico calciatori dei cinque campionati europei di maggior prestigio, aumentano del 141% (da 4,6 a 8,4), con tanto di plusvalenze che fanno registrare un +333% (da 2,12 milioni a 9,2). Prendendo singolarmente le relative plusvalenze generate da operazioni con i giovani, invece, si registra un +101%.