Giuseppe Visone è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Tanti i temi sul tavolo di discussione.
Giuseppe Visone, membro della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a calciomercato.it in onda su TvPlay ha parlato dei temi più caldi per quanto concerne i casi giudiziari del calcio italiano. Queste le sue parole:
IL TANTO PARLARE DI GIUSTIZIA NEL CALCIO – “Il fatto che si parli più di cronaca giudiziaria che di campo è già un segnale che fa emergere una patologia del sistema. Non sono fatti solo di oggi, ma dal 2006 ad oggi quante volte abbiamo visto incursioni della cronaca giudiziaria nella cronaca sportiva? C’è un sistema incapace di dotarsi di anticorpi. Il vero tema è l’incapacità delle strutture sportive come Federazione e Lega di prevenire certi fenomeni. Quello che sta accadendo in Inghilterra con il City ce lo sogniamo, non può sempre intervenire la Procura della Repubblica per indagare su fatti sotto gli occhi di tutti. Che in Italia ci fosse un problema di sovracosti, dell’uso eccessivo delle plusvalenze, era un qualcosa sotto gli occhi di tutti. Perchè la Federazione non ci ha messo mano attraverso gli strumenti di normazione secondaria che ha a disposizione? Perchè gli enti di controllo non sono intervenuti? C’è un’incapacità di cogliere i segnali, dopo Calciopoli non è cambiato nulla”.
MANCANZA DI FIDUCIA – “I parametri valutativi che sono posti alla base non soltanto della giustizia sportiva ma anche della giustizia disciplinare sono parametri meno stringenti rispetto a quelli richiesti per l’accertamento di un reato, vale per tutti. C’è un problema di trasparenza e autonomia poi delle strutture della Federazione, c’è un problema di reclutamento, di opacità di rapporti con certi settori, di imparzialità e di indipendenza. Per quanto riguarda il reclutamente bon ha fatto bene quanto accaduto post Calciopoli, ovvero l’impossibilità per i magistrati ordinari di accedere alle strutture federali perchè da quel momento in poi, per una circolare interna del Consiglio Superiore della Magistratura, i magistrati ordinari non possono accedere alle procure federali e agli organi giudicanti e questo è un vulnus secondo me, perchè non trasferisce quella cultura della giurisdizione tipica della giustizia ordinaria nella giustizia sportiva, tenendo conto che gli interessi che la giustizia sportiva deve amministrare”.
SANTORIELLO – “Da un punto di vista tecnico non ci sono gli estremi per una ricusazione da parte del collega, perché non si applica ai pm, perchè l’ufficio di procura è impersonale, perchè l’azione penale fa capo al procuratore della Repubblica, che dà le deleghe ai sostituti, poi nel caso di specie i titolari dell’inchiesta sono tre o quattro e c’è delegato il procuratore della Repubblica di Torino. Per ragioni di opportunità e conoscendo Santoriello sono sicuro farà un passo di lato perché ne conosco lo scrupolo e la rettitudine morale. Abbiamo collaborato in attività formative, parliamo di uno dei massimi esperti di diritto penale in economia, sono certo sgombererà il campo da qualunque forma di polemica o strumentalizzazione, di tutto abbiamo bisogno meno che di una cortina di fumo rispetto alla vicenda. È giusto si accerti la verità e i fatti nei consessi a duopo individuati e destinati nel massimo della trasparenza e serenità”.
NUOVI STADI – “Dobbiamo chiederci se gli enti locali siano ancora in grado di gestire l’impiantistica sportiva locale di medio o alto livello. Se così non è, perchè così non è e io vengo dall’esperienza dello stadio San Paolo e più in generale dell’impiantistica post universiadi, qui vi è la prova lampante che il pubblico non è più in grado di gestire e mantenere questi impianti. Servono delle leggi ad hoc su grandi e medi impianti in modo tale da consentire, nel rispetto della trasparenza e parità di accesso, alle società di calcio e sportive privare di poter usufruire di impianti che consentano ai ragazzi di fare sport. Non è accettabile che nella realtà napoletana tre su quattro piscine fatte per le universiadi non funzionino, per giunta in aree a grande sensibilità sociale, deve tornare la centralità dello sport nell’educazione dei ragazzi e si passa necessariamente attraverso una legislazione volta a garantire un’impiantistica adeguata”.
POSSIBILITA’ DI SPOSTARE IL CASO JUVENTUS DA TORINO A MILANO – “Se verrà sollevata la questione di incompetenza territoriale il giudice dovrà affrontarla, non posso sapere come andrà a finire perché le 14 mila pagine dell’inchiesta non le ho lette e non posso argomentare la questione che la Juventus solleverà. Nell’udienza preliminare non c’è una distinzione tra fase preliminare e fase del merito, si decide tutto insieme, non è detto che ci sia un rinvio a meno che non ci sia una serie di argomentazioni tale da richiedere un tempo maggiore”.
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