Dopo l’indagine sui bilanci del Manchester City un’altra big inglese finisce nel mirino, il Chelsea. Quali saranno i provvedimenti dell’Uefa.
Il cielo sopra l’Inghilterra notoriamente non è mai, almeno iconograficamente e nell’immaginario collettivo, limpido e solare. Sono però in arrivo nubi scure seguite molto probabilmente da bufere anche in ambito calcistico. Qualcosa non va nel paese dei balocchi del calcio e anche la Uefa se ne sta accorgendo. Dopo il caso Manchester City ora sotto la lente d’ingrandimento finisce il Chelsea.
Enzo Fernandez è solo l’ultimo di una serie che ha iniziato a far storcere il naso addirittura all’Uefa. Il campione del Mondo con la nazionale argentina infatti è stato il fiore all’occhiello del mercato di riparazione del Chelsea. 120 milioni per lui, un record addirittura per la Premier League.
Non contenti i Blues hanno acquistato anche Mykhaylo Mudryk per 100 milioni, Benoit Badiashile per 38 milioni, Noni Madueke per 35 e Malo Gusto per 30, oltre ad altri 35 divisi tra André Santos, Datro Fofana ed il prestito di Joao Felix. Per un totale di 323 milioni tra sessione estiva ed invernale del mercato. L’Uefa però ha deciso di dire basta, ma come?
L’escamotage del Chelsea sul mercato e la mossa dell’Uefa
Mentre in Inghilterra si spendono cifre che in Italia non è neanche permesso sognare neppure ai nostri top-club, più di qualcuno si è chiesto pure come facciano i club inglesi a permettersi tutto questo senza incorrere nel famigerato Financial FairPlay. Merito soltanto dei grossi introiti dati da diritti tv pagati a peso d’oro e degli introiti dello stadio? No.
La svolta è un’altra e funziona a livello nazionale. Trattasi infatti della possibilità di spalmare i pagamenti, diminuendo il peso sul bilancio, fino anche a 7 o 8 anni, così come la possibilità di una maggior durata dei contratti. Tutto ciò in Italia, come in molti altri paesi per esempio non è possibile e questo aspetto rappresenterebbe di fatto una sorta di concorrenza sleale.
L’idea di Ceferin e dell’Uefa quindi è di riportare il limite ad un massimo di 5 anni, ma come? Quello che fanno il Chelsea ed i club inglesi è consentito dalla legge e la Uefa non può intervenire fino a quel punto. Tuttavia può farlo nel suo ambito, quello della presentazione del bilancio ai fini dell’iscrizione alle coppe europee. I club che vorranno quindi prendere parte alla Champions League, così come a qualsiasi altra competizione Uefa, saranno tenuti a presentare un bilancio a parte che preveda costi spalmati fino ad un massimo di 5 anni, altrimenti scatteranno le sanzioni o l’esclusione.