Luca D’Alessio, in arte LDA, si è raccontato nel giorno del suo debutto ufficiale a Sanremo. Ecco alcuni aneddoti e curiosità sul giovane cantante.
Nel giorno del suo debutto al Festival di Sanremo, LDA cerca solo di stemperare la tensione che ogni esordio si porta con sé. E allora quale miglior occasione per parlare di calcio, tema che spesso accomuna tantissime persone e che permette un confronto serrato sui più svariati argomenti.
Questa sera, infatti, Luca D’Alessio, figlio d’arte di ‘Gigi’, farà il suo debutto sul palco del Festival di Sanremo. Classe 2003, LDA, nome d’arte, è tifosissimo del Napoli e ha rivelato alcuni particolari aneddoti sul suo giovane passato.
LDA, tra il Napoli e il papà Gigi
Presente da cantante e passato da calciatore. Fino a qualche anno fa LDA aveva provato a sfondare nel mondo del calcio, capendo però che la sua strada era un’altra, ovvero con un microfono in mano per far emergere il suo spiccato senso artistico. A soli 19 anni è infatti considerato uno dei talenti più promettenti della musica italiana. “Fino ai 16 anni giocavo a calcio. Ero un’ala sinistra di piede destro, rientravo e crossavo. E quando serviva giocavo pure punta. A dir la verità me la cavavo anche bene eh”.
Al cuor non si comanda e il richiamo della musica è sempre stato più forte della passione per il pallone: “Mentre correvo in campo nella testa mi cantavo i testi delle canzoni, in quel momento ho capito che l’amore per la musica superava quello per il calcio. Le gambe andavano in una direzione, il cervello prendeva un’altra strada”. Come qualsiasi artista che si rispetti anche Luca ha i suoi riti, che in realtà sono più legati al tifo spassionato per il Napoli piuttosto che alla musica. Sì, perché da buon napoletano non può che sostenere i colori della sua città: “Dello Scudetto non voglio ancora sentirne parlare, sono scaramantico. Così come evito di guardare sempre i primi dieci minuti delle partite: una volta l’ho fatto e abbiamo vinto così ho portato avanti questa cosa”.
Passione tramandata di generazione in generazione, o meglio, di padre in figlio. Anche papà Gigi è infatti un tifoso sfegatato del Napoli, ma incredibilmente non è stato lui ad aver portato per primo allo stadio il proprio figlio. “La prima volta andai con mia madre perché sapeva della mia passione. Lei non è tifosa, ma quando il Napoli vince è contenta per noi. Tolto questo, in generale, però, io e mio padre guardiamo sempre le partite insieme. Io sono un tifoso più tranquillo, lui è quello che strilla”.
Occhio critico e palato fino, LDA dimostra di avere una profonda conoscenza del mondo del pallone e non solo di facciata. Nel Napoli che sta stupendo tutti con il duo Kvaratskhelia-Osimhen sono però altri i giocatori ad avere il maggior gradimento del giovane cantante. “Ti stupirò, i miei preferiti del Napoli non sono né Kvaratskhelia, né Osimhen. Dico Lobotka, perchè ha sempre il controllo del gioco ed è molto intelligente. E insieme a lui scelgo anche Kim“.