Marco Bellinazzo è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Tanti i temi sul tavolo di discussione.
Marco Bellinazzo, giornalista, a calciomercato.it in onda su TvPlay ha parlato di Inter, Juventus e calcio italiano. Queste le sue parole:
SITUAZIONE INTER – “E’ molto difficile, l’Inter deve rientrare da un passivo record fatto negli anni del Covid, ha un accordo siglato con la UEFA per rientrare in determinati parametri, il settlement agreement sottoscritto ad agosto. Bisogna quindi andare nella direzione della riduzione del debito e degli ingaggi, fino al contenimento previsto dall’accordo sottoscritto dalla UEFA. Probabilmente si andrà incontro alla cessione di uno o più big, intendendo per big i giocatori con i giocatori dagli ingaggi più elevati, penso l’idea sarà cercare di cedere almeno chi non è più funzionale”.
POSSIBILI FONDI AMERICANI O INVESTITORI ARABI – “Terrei separate le due cose, il mercato americano è in grande crescita, ci sarà il Mondale del 2026 e da quell’area arrivano tantissimi investitori, hanno comprato più di 60 squadre in tutta Europa. Si va lì per portare il brand e aprirsi il mercato a possibili nuovi tifosi, in questa fase storica interessamenti per i club italiani potrebbero arrivare dagli USA, mentre gli interessi del mondo dell’Arabia Saudita vanno in altre direzioni, come per esempio il Newcastle in Premier League. Non ci sono grosse novità all’orizzonte se non il percorso che porta a quel debito per la controllante dell’Inter con Oaktree e che andrà saldato o rifinanziato, un esborso consistente, quindi la prima opzione è rifinanziamento con durata più lunga”.
PROBABILITA’ DEL PAGAMENTO DEL DEBITO CON OAKTREE – “Le percentuali non le so dare, servono novità dalla Cina e sull’impegno che Suning e la famiglia Zhang importante devono riattivare anche nel canale finanziario. Sappiamo invece quanta attenzione c’è per Zhang sul club, ma la situazione attuale non si può prolungare troppo, il rischio è di perdere tanto terreno rispetto ai competitor. Non credo che una decisione da parte di Suning possa essere ritardata ancora per molto. Suning ha annunciato perdite per 1,6 miliardi, più contenute rispetto all’anno prima che era di 5 miliardi, ma è ancora un’enormità. Suning.com è un termometro da tenere sott’occhio per capire la situazione. Per il prossimo anno si prospetta un miglioramento delle condizioni, non credo si arriverà al turn around, ovvero la svolta in positivo, almeno questo trapela dai documenti rilasciati. Il miglioramento prospettato però per l’economia cinese dovrebbe agevolare una scelta da parte dei cinesi, che è l’ultimo investimento all’estero sul calcio per quanto riguarda la Cina, bisognerà capire quanto vorranno investire nel calcio nei prossimi anni”.
QUANTO TEMPO PER USCIRE DALLA CRISI – “Ho scritto e pubblicato ‘La fine del calcio italiano’ nel 2018, quindi non credo ci sia ancora molto tempo. Avevo indicato un decalogo da seguire in quel libro per migliorare le cose per quanto riguarda l’Italia. Non è stato seguito quasi nessun punto e la situazione continua a peggiorare. La Juventus è la squadra con il fatturato maggiore e quanto sta accadendo chiaramente non è una cosa positiva per il sistema, questo non porta a dover chiudere un occhio, ma è un dato di fatto a livello economico. Il Napoli è in grande spolvero ma non supera i 150 milioni di fatturato, Inter e Milan hanno le difficoltà che sappiamo per il settlement agreement che conosciamo, una squadra che ha fatto le coppe come la Sampdoria è in difficoltà. La prospettiva non è buona e non vedo segnali per rivoluzionare il sistema”.
CASO JUVENTUS – “L’80% del bacino dei tifosi italiani è rappresentato da Inter, Milan e Juventus, quindi sono la locomotiva del calcio italiano anche nei ritorni dei diritti tv. Se pensiamo che siamo davanti a una tornata di vendite, quelle post 2024 che con le nuove regole dovrebbe portare a una svolta e introiti importanti per progettare il futuro e ci si presenta sul mercato con questa situazione c’è poco da stare sereni. Post Calcipoli? Nel 2003/2004 le tre squadre di cui abbiamo parlato erano tra le prime tre d’Europa per fatturato e le top non erano molto distanti, c’erano distanze da 40/50 milioni, basta guardare le classifica Deloitte. Dopo, andando oltre a Calciopoli, ma per tutta una serie di errori gestionali siamo andati verso un tracollo e un percorso di riduzione costante della competitività del sistema assolutamente incotrastata, poco o nulla è stato fatto per invertire le sorti del declino. Mentre prima i club inglesi crescevano fino a un certo punto, dopo il 2010 grazie ai contratti tv c’è stata una crescita velocissima, tanto che l’ultima della Premier prende quanto la prima in Italia”.
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