Chelsea, il club londinese di Boehly è nel mirino per via degli acquisti milionari: i Blues hanno un metodo che in Italia sarebbe utopia.
Il Chelsea tiene banco in quest’ultimo periodo. I Blues sono stati protagonisti del mercato internazionale a partire dallo scorso febbraio. Un anno fa, infatti, scoppiava la guerra in Ucraina per mano della Russia: conflitto che inficia anche il calcio e la sua natura per via di un personaggio. Roman Abramovich, il magnate e oligarca russo ha la fama comprovata di essere molto vicino a Putin. Inizialmente ha partecipato anche ai primi negoziati di pace con i rappresentati ucraini.
Nulla di fatto, chiaramente. I fatti, invece, li mise in campo la Comunità Europea che intimò a tutti i presenti sul territorio britannico che avessero rapporti con la Russia di ritrattare. Pena in caso contrario: la confisca dei beni economici e finanziari. Nel caso di Roman Abramovich, oltre al Chelsea, anche un paio di ville finite all’asta. Una vera e propria ecatombe che, però, ha portato al Chelsea Todd Boehly. Il Patron ha fatto un vero e proprio repulisti che ha incentivato anche il mercato.
Chelsea, come dribblare il FairPlay Finanziario: la chiave è nei contratti
A tal proposito i sospetti dalle parti di Stamford Bridge non sono finiti: niente di trascendentale come un conflitto in corso, ma i Blues sono protagonisti della sessione invernale per aver speso all’incirca 150 milioni. Un tesoro immenso che va sommato agli altri 300 milioni spesi nella fase estiva di mercato. Una vera e propria finanziaria in calciatori: il nodo, ora, resta il Fair Play Finanziario.
Come giustificare queste spese? Le regole parlano chiaro: le entrate devono essere proporzionate alle uscite. 450 milioni in entrata, almeno, è pura utopia. Figuriamoci se tale somma dovesse rientrare nell’anno in corso. Impossibile con questo tipo di business. Boehly, però, è salvo: il motivo è rintracciabile in un vuoto normativo che consiste nella tipologia contrattuale da sottoporre ai nuovi tesserati. Il Chelsea, infatti, propone contratti a partire da 5 anni in su. Ci sono elementi in squadra che hanno un contratto di 8 anni: chiedere a Mudryk, l’ultimo arrivato in casa Blues.
Il motivo è semplice: attraverso contratti pluriennali, i costi del cartellino dei giocatori non pesano su una sola stagione. Il bilancio, quindi, viene “spalmato” nel corso di più tempo. L’operazione Mudryk, nello specifico, costerà solo 8,2 milioni per 8 stagioni. Una parabola finanziariamente accettabile: visti i tempi, una vera manna dal cielo. In Italia questo non sarebbe possibile, perché i contratti durano al massimo 5 anni da regolamento. Sotto i 18 anni, addirittura, ci si ferma a 3. La falla nel regolamento, però, sta per essere soppiantata: la condizione del Chelsea, per UEFA e FIFA, dovrebbe avere vita breve. Intanto, però, i Blues continuano a brillare. In campo, ma soprattutto sul mercato.