Calciomercato, spese oculate e nessun investimento: dentro la crisi economica italiana

Mentre le nostre squadre non muovono un dito sul calciomercato, le inglesi spendono suon di milioni. Entriamo dentro la crisi economica italiana.

L’Italia calcistica, è sotto gli occhi di tutti, sta vivendo una profonda fase di crisi economica. Dalla situazione in casa Juventus, passando per le milanesi o le romane: le squadre teoricamente con più disponibilità economiche sono completamente ferme sul mercato, come forse non era mai accaduto in tempi recenti.

Calciomercato Serie A
Serie A – TvPlay.it

Basti pensare che, solo un anno fa, la Juventus spendeva ben 70 milioni per prelevare Dusan Vlahovic dalla Fiorentina. Quest’oggi le preoccupanti vicende extra campo e un profondo rosso di bilancio, non permettono ai bianconeri di poter muoversi liberamente sul mercato. Non va tanto bene neanche a Milan e Inter che non hanno messo a segno neanche un acquisto.

I rossoneri hanno provato a strappare Zaniolo alla Roma, ma la richiesta dei giallorossi è stata ritenuta troppo alta dalla dirigenza del Diavolo. L’Inter si prepara invece a salutare Skriniar, oramai ad un passo dal PSG.

Calciomercato, il paragone impietoso tra Serie A e Premier

Viene dunque naturale chiedersi come può crescere il movimento calcistico italiano in queste condizioni. Praticamente tutte le società si trovano con i conti in rosso. Di anno in anno c’è l’esigenza di vendere per ripianare debiti e i bilanci. L’esempio più significativo è rappresentato dall’Inter che, solo nelle ultime stagioni, ha perso Lukaku, Hakimi, Perisic e ora Skriniar. Una sorta di smantellamento che ha portato i nerazzurri lontano dalla lotta per lo Scudetto.

Marotta Inter
L’ad dell’Inter Marotta: il dirigente ha dovuto far fronte a diverse cessioni nelle recenti sessioni di mercato – TvPlay.it

Per avere un quadro più chiaro sull’attuale situazione, è intervenuta ai microfoni di Calciomercato.it in onda su TVPlay, anche il noto agente Rafaela Pimenta. “Io per il calcio italiano sono ottimista, non vedo l’Italia in maniera così tragica, il calcio italiano è bellissimo, è sempre stato amato. Quando ho iniziato questo lavoro tutti volevano l’Italia, qui l’attrazione è naturale. Penso che si stia passando un periodo di difficoltà, succede, ma si lavora molto bene e c’è tanto lavoro in Italia”.

Eppure se si fa un rapido paragone con altri paesi, ad esempio l’Inghilterra, la differenza è più che abissale. Si può anche non prendere come unico riferimento le big come Chelsea, Arsenal o Manchester City, ma anche quei club considerati di medio livello. Un Aston Villa, Bournemouth, Nottingham Forest o Southampton hanno una media di spesa, in questo mercato invernale, che varia dai 20 agli oltre 30 milioni di euro. Per essere chiari parliamo di società che navigano nella parte bassa della Premier League, al pari di Empoli, Sassuolo, Salernitana o Monza in Serie A.

Eppure nessuna delle sopracitate squadre italiane sarebbe mai in grado di investire oltre 20 milioni di euro per un singolo calciatore. Questo dimostra quanto sia ampia la differenza tra il nostro calcio e quello inglese, dove le spese ingenti sono all’ordine del giorno e le squadre medio-piccole riescono a impiegare ben più denaro anche delle nostre big.

Numeri che fanno parecchio riflettere e che devono essere da monito per costruire un futuro di sostenibilità e maggior ricchezza per il nostro calcio, oramai troppo indietro rispetto alla concorrenza dei principali campionati europei.

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