Kim Kardashian con la maglia della Roma, Shakira contro Piquè. Campioni e club nel mirino del guerrilla marketing: cos’è e come funziona.
Kim Kardashian con la maglia della Roma a Los Angeles diventa un caso: la divisa del club portata come un abito casual da una delle personalità più influenti a livello economico e sociale del nostro tempo attribuisce un senso di esclusività che proietta la Roma in altri orizzonti. Sposta gli equilibri a livello finanziario, infatti da quando è uscita la notizia – con tanto di foto – le azioni del club sono aumentate.
Questo vuol dire che i giallorossi se Kim Kardashian passeggia con la divisa ufficiale festeggiano due volte: per il blasone e per il portafoglio, perchè più dei soldi vale la credibilità. Se una star mondiale inizia a fare tendenza con il marchio Roma, la Roma sbaraglia la concorrenza. Questo vale per tutto, Shakira insegna: da quando ha cominciato a fare il nome di Piquè per insultarlo in musica, l’ex calciatore ha trovato sponsor e partner finanziari come se piovesse. Più di quando giocava. Ora tutti vogliono parlare e collaborare con lui.
Kim Kardashian aiuta la Roma: il potere del guerrilla marketing
La tecnica in questione prende il nome di guerrilla marketing: una forma di pubblicità non convenzionale che usa strumenti relativamente low-cost. A coniare questa tipologia di promozione è Jay Conrad Levinson nel lontano 1984. L’anno di George Orwell porta tante novità sul tema, ma ancor più nuove sono oggi le modalità con cui un noto brand può sbaragliare i canoni del mercato. L’investimento nel guerrilla marketing si basa sul tempo, l’energia e l’immaginazione anziché (soltanto) sul denaro. Non vale, infatti, solamente l’assunto chi più spende meno spende. Serve anche saper anticipare.
La logica del testimonial da sola, nel calcio e non solo, non basta più: meglio attivare una vera e propria “campagna involontaria”. Kim Kardashian passeggia come se nulla fosse a Los Angeles e indossa la maglia della Roma come qualunque altro suo indumento: questo colpisce più di una promo concordata con foto ad hoc e in studio, perché la casualità e la semplicità fungono da catapulta e il brand schizza in Borsa (e non solo) dato che la curiosità dei fan farà il resto. Ovvero far girare il nome in maniera esponenziale e direttamente proporzionale a quanto mostrato.
Il nuovo modo di fare promozione: la casualità come propulsore
Le foto di Kim Kardashian con la maglia della Roma hanno avuto in un solo giorno miliardi di condivisioni, poiché erano accompagnati da un fattore espansivo come la curiosità: perchè una come lei sceglie proprio la maglia della Roma? La domanda scava come un tarlo nella testa degli affezionati e si fa strada nella mente dei curiosi che vedono la foto, commentano e condividono. Girano i post e gira anche l’economia. Lo stesso vale per la canzone di Shakira e quello che sta succedendo a Piquè: due facce della stessa medaglia.
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Non a caso, infatti, tutti i brand citati da Shakira nel brano hanno fatto il boom: un po’ grazie alla collaborazione di Piquè, un po’ grazie alla scia che la canzone ha favorito. Per settimane non si è parlato d’altro, proprio come succederà con Kardashian in salsa giallorossa: la Roma ha colto subito l’occasione, invito all’Olimpico e possibile foto di rito. Stavolta niente “scatti rubati”. È successa una cosa simile con Kevin Spacey durante Torino-Spezia, occasioni di pubblicità “subliminale”: l’industria moderna si alimenta anche così, il calcio moderno – che ne fa parte – non può essere da meno. La forza degli “imprevisti” al servizio dell’industria: nuove linfe della Finanza 2.0. La tecnica comincia a essere un po’ datata, ma certi risultati – prima ancora di determinati riscontri – dimostrano quanto sia senza tempo.