Alessandro Giudice, economista e collaboratore del ‘Corriere dello Sport’, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda si TVPlay
Il mercato del Milan sotto esame. Ne ha parlato l’esperto di economia e collaboratore del Corriere dello Sport Alessandro Giudica a calciomercato.it in onda su TVPlay. Queste le sue parole:
SUL MERCATO DEL MILAN – “Il Milan è la società che ha speso di più nel mercato estivo. Il budget di cui si lamenta in realtà se andiamo a guardare entrate e uscite è quello che ha speso di più, circa 50 milioni. Il Napoli ha venduto, il saldo è sicuramente positivo. Dopo la pausa mondiale il Milan ha giocato 5 partite e vinto solo contro la Salernitana. Ha giocato con la formazione fatta per 11/11 di giocatori dell’ultima stagione. Non c’è un giocatore del mercato estivo che abbia convinto l’allenatore a dargli la maglia da titolare, in un momento dove le cose non vanno benissimo e quindi di solito si è più propensi a cambiare. Non dico che la campagna si possa già bollare come fallimentare, ma il Milan non ha potuto contare nel momento cruciale sull’apporto del mercato estivo sufficiente. Cardinale ha chiuso i rubinetti? Non ha chiuso niente”
SUL PLAYER TRADING – “Non è facile come lo era in passato. E’ cresciuto moltissimo il ruolo dei procuratori e i giocatori sono smaliziati. Non riesci più a vendere, quando si avvicina la scadenza il procuratore e il giocatore iniziano a farsi il conto di cosa gli conviene, e spesso arrivano a scadenza per spuntare qualcosa in più con il contratto. Prendi il caso De Ligt. Comprato più o meno a quanto lo hai venduto. Non è plusvalenza. Ha sostenuto il costo il giocatore che poi si è “pagato”, quindi ha fatto 0″
SUL MILAN CHE NON PUO’ PERMETTERSI ZANIOLO – “Il Milan ha fatto già i suoi investimenti. Non mi risulta che Maldini abbia chiesto extra budget, ed è giusto che non ce lo abbia. Hai fatto una scelta su un giocatore (De Ketelaere ndr ) su cui hai investito 35 milioni, e se non rende…”
SU DE KETELAERE – “Non gioca titolare? Sono scelte di Pioli. Sceglie il giocatore in funzione degli obbiettivi. Probabilmente si è fatto le sue idee”
SUL CAMBIO ORGANIZZATIVO E L’ERRORE DI MALDINI – “Il problema del Milan è organizzativo, non di capacità di individuali. Il Milan è cresciuto con un metodo organizzativo. Rispettando regole, per esempio non piegandosi ai procuratori con coerenza e un certo successo, ma anche selezione degli investimenti basata su sistemi nuovi. Sono stati i primi ad avere tra le grandi scouting organizzato. I primi con investimenti basato su criterio di un comitato d’investimento. C’è stata grande valorizzazione dei giocatori. Sostituire a questo criterio uno con poteri assoluti dell’area tecnica è un errore che il Milan sta pagando caro. Gli ex calciatori non dovrebbero fare i dirigenti. Non è garanzia di essere un bravo dirigente. Il calciatore deve imparare che quando esce dal campo parte da zero e deve imparare. La scelta di Maldini denota ingenuità e mancanza di malizia che lascia basiti. Nessun manager chiede autonomia assoluta. Se tu hai azienda che ti da visibilità, profilo, ruolo e d’altra parte ti crea un meccanismo organizzativo che ti tutela, perchè anche gli errori diventano condivisi mentre i successi sono di chi ha visibilità. E’ il massimo. Cambiare il meccanismo è insensato, e denota mancanza di conoscenza del mestiere e del ruolo del dirigente. Il Milan la ha concessa a Maldini e Massara, a fine campionato ci sarà una review. Trovo positivo il percorso del MIlan, trovo sbagliato attribuirli ad una sola persona. Sono state coinvolte diverse persone e scelte. Nel bene e nel male non si può personalizzare. Non è sminuire o denigrare Maldini. Sostituire un metodo basato su un team con uno basato su una persona è pericolosa. I risultati sino ad ora non hanno pagato”
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