Skriniar, addio all’Inter: “Un brutto affare”, lo scenario preoccupa i tifosi

Skriniar via dall’Inter: sembra essere ormai assodato l’addio del difensore ai nerazzurri. Gli scenari complicano la situazione societaria.

Milan Skriniar sempre più lontano dall’Inter. Questo è l’unico dato di fatto delle ultime settimane: il rinnovo del giocatore non prosegue per volontà del ragazzo. Lo slovacco non accetta la cifra proposta dall’entourage dell’esterno, ma non solo. Gli accordi sono più volte saltati proprio per incomprensioni sulla cifra da stabilire: 9,5 milioni per i nerazzurri sono troppi. C’è chi è pronto a darglieli: a Parigi stanno già preparando il tappeto rosso per l’accoglienza. Il PSG è determinato a chiudere l’affare. Una volontà che ha manifestato a più riprese e non può far altro che proseguire su questa scia.

Skriniar PSG
Milan Skriniar tradisce l’Inter

Ora la palla passa all’Inter: i parigini vorrebbero provare a portarlo via a gennaio, per consentire anche a Marotta e soci di incassare qualcosa. Anche su questo l’Inter è irremovibile: per meno di 20 milioni non si muove. Considerando che ha già un accordo di massima, le cose restano così: nessuno fa una mossa fino al momento opportuno. L’Inter non prenderà la situazione in mano, anche perché sa di non poterselo permettere.

Skriniar via dall’Inter: “Rischi del libero mercato”, La Manna lapidario in diretta a TvPlay.it

Gabriele La Manna su questo è stato perentorio in diretta a TvPlay.it: “Il calciatore chiede 9,5 milioni di euro, ma non deve per forza piegarsi alla scelta societaria. Esiste il libero mercato. I giocatori vanno un po’ dove vogliono alla fine. Devi essere tu società a tutelarli se vuoi averli ancora a disposizione: è giusto che se il calciatore cresce prenda una certa cifra. Se tu non gliela dai, il calciatore va via”. Discorso inoppugnabile sul piano concettuale. Nella realtà la situazione è un po’ diversa: l’Inter gli avrebbe dato un aumento, ma non così alto.

Skriniar espulso
Lo slovacco sempre più lontano – TvPlay.it

Il punto è nel metodo: i calciatori vanno a scadenza, specialmente quelli che sanno di valere la concorrenza che hanno, per vedere fino a che punto la squadra può spingersi. Altrimenti via, senza passare dal dialogo con il club: resta solo una faccenda tra procuratore e compagine interessata: un passo a due che non ha mai giovato a nessuno. Lo stesso è successo con Donnarumma al Milan: un tira e molla dovuto a tentazioni esterne che hanno avuto la meglio. Anche in quel caso c’era il PSG, tutta questa situazione ha i contorni di un amaro dejavù che colpisce le vie di Milano.

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