A distanza di tre anni dalla morte di Kobe Bryant riviviamo la sua grande passione per il calcio: i migliori ricordi di “Black Mamba”.
Oggi è un giorno triste per gli appassionati di basket ma in generale per tutti gli amanti dello sport. Tre anni fa ci lasciava Kobe Bryant, uno dei giocatori più forti e iconici dell’NBA. Un uomo che ha fatto la storia e ispirato tantissime generazioni, scomparso il 26 gennaio 2020 a causa di un incidente fatale in elicottero dove ha tragicamente perso la vita anche sua figlia.
Una disgrazia che non ha sconvolto solo gli Stati Uniti ma tutto il mondo considerando la sua fama a livello globale. In particolare la terribile notizia ha toccato profondamente l’Italia, la sua seconda casa. L’ex cestista dei Los Angeles Lakers infatti è cresciuto da bambino nel nostro paese, dove suo papà si era trasferito per concludere la sua carriera.
Nello specifico il piccole Kobe, nato a Philadelphia, sbarcò a Rieti all’età di sei anni prima di spostarsi a Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia fino a tredici anni. Una bella fetta dell’infanzia in cui ha ovviamente sviluppato le sue capacità a basket ma si è anche innamorato del calcio che inevitabilmente aveva una risonanza maggiore rispetto a quella negli USA.
Kobe Bryant, il calcio segreto del suo successo: i retroscena
Il grande successo riscosso da Kobe Bryant nel basket è stato dovuto anche al calcio. Una connessione particolare che ha migliorato il suo modo di giocare sul parquet come avrebbe confessato quando è esploso il suo talento. Un piccolo segreto di “Black Mamba” che, come raccontò in un’intervista, giocava tutti i giorni con i suoi amici iniziando guarda caso come portiere perché era più portato a usare le mani.
Nonostante fosse ancora un bambino le sue braccia era già molto lunghe e aveva una statura superiore rispetto a quella dei coetanei. Un fisico perfetto per difendere i pali, anche se poi rivelò che fece dei progressi a livello tecnico e si spostò a centrocampo. Una forte passione, a sua detta superiore anche a quella cestistica, che lo portò a diventare tifoso di alcune squadre su tutte il Milan.
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Nel corso dell’adolescenza si avvicinò ai rossoneri negli anni dei grandi trionfi con Arrigo Sacchi. Un debole per il Diavolo che non ha mai nascosto, confermandolo durante una visita al centro sportivo in una delle occasioni in cui tornò in Italia. Quando era a Reggio Emilia ha avuto modo anche di andare allo stadio a vedere la Reggiana, appena promossa in Serie B, che l’anno scorso condivise sui social un suggestivo scatto insieme al padre sugli spalti del Mirabello.