Juventus, un’altra bufera: la confessione mette tutti nei guai. I problemi giudiziari per il club bianconero sembrano non finire mai
Una tempesta tira l’altra. La Juventus sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia ultra centenaria e la pesante penalizzazione di 15 punti inflittale dalla Corte d’Appello Federale potrebbe non essere l’ultima da qui ai prossimi mesi. Perchè la fattispecie delle cosiddette plusvalenze fittizie rappresenta solo un segmento della sterminata inchiesta Prisma condotta dalla Procura della Repubblica di Torino.
Le oltre 14mila pagine redatte dai magistrati torinesi contengono svariati capi d’accusa nei confronti della Vecchia Signora. Tra questi la cosiddetta ‘manovra stipendi‘ che rappresenta una sorta di pistola fumante, in base alle tesi dell’impianto accusatorio che dovrà sostenere la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli ex dirigenti della Juventus. E proprio in merito alla questione degli stipendi non arrivano buone notizie per il club piemontese.
Juventus, un’altra bufera: la confessione di Dybala mette tutti nei guai
Secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri titolari delle indagini, la Juventus durante il periodo del lockdown avrebbe stipulato un accordo con tutti i giocatori che prevedeva ufficialmente la rinuncia da parte di quest’ultimi ad alcune mensilità con l’intento di sostenere la società in un momento molto difficile. Ma in realtà quei soldi sarebbero stati garantiti comunque in base a scritture private non depositate a bilancio.
Interrogati sull’argomento dai magistrati, c’è chi ha dato risposto in modo evasivo alle domande degli inquirenti. Tra questi però non c’è Paulo Dybala: l’attaccante argentino ha raccontato per filo e per segno la reale natura di quegli accordi: “La proposta era quella di non percepire i quattro mesi di stipendio (non ricordo di preciso quali mesi). Noi non eravamo d’accordo perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi“.
Dybala ha poi svelato altri dettagli: “L’accordo era che di quei quattro mesi ne percepissimo tre nella stagione successiva ed uno lo lasciavamo come solidarietà. Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto no. Noi per quell’anno rinunciavamo a quattro stipendi. Tre ce li pagavano con certezza, senza condizioni l’anno successiva ed uno lo lasciavamo in solidarietà. Questo è stato l’accordo finale“.
Se tutto questo fosse confermato dalle carte ritrovate dai pm, i giocatori che firmarono quell’intesa con la dirigenza della Juventus andrebbero incontro a una squalifica non inferiore al mese di stop. E il club bianconero non potrebbe sottrarsi a un altro deferimento.