Gabriele Pellegrini, in arte Dado, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Tanti i temi sul tavolo di discussione.
Il comico Gabriele Pellegrini, in arte Dado, a calciomercato.it in onda su TvPlay ha parlato della sua carriera. Queste le sue parole:
DADO A TUTTO TONDO – “E’ il mio spettacolo che sta andando in scena dall’undici gennaio fino al 29. Uno spettacolo che fortunatamente gode di grande successo, è lo spettacolo che porto in un teatro non enorme, sono 200 posti. Così però c’è un passaparola quasi naturale e questo ha portato anche a posti extra. A me e alla produzione ha fatto grande piacere, è uno spettacolo che parla della schedatura che fa a tutto tondo il cellulare che sa tutto di noi, gusti musicale, gusti culinari quando ordiniamo da mangiare…”.
IL CALCIO – “Ogni tanto guardo il calcio ma non più come quando ero bambino. Lo guardo per guardare quanti tocchi di palla si fanno, in Champions o la si gioca di prima o fanno controllo e passaggio. Il mio spettacolo è matematica, c’è battuta, contro battuta e rinculo, il mio calcio è ferma la palla, sistemala e dalla, uno, due e tre”.
BILANCIO – “Il bilancio professionale è che questi 50 anni hanno due anni bonificati per la pandemia, avanzo due anni dalla vita e me li devo riprendere in tutti i modi. I miei 50 anni li festeggerò quando ne avrò 52. Scrivo sempre, so fare solo questo, scrivo sempre con tanta voglia per dare la possibilità agli altri di divertirsi”.
IL RINNOVAMENTO – “L’età passa, ma i trend sono i linguaggi, adoro occuparmi di come evolve il linguaggio. Pensa per esempio alla parola fico che ora usiamo tutti, negli anni ’70 non era sdoganata, per molti vetusti di quegli anni era una parolaccia, perché era l’organo genitale femminile messo al maschile. Antonello Venditti fece una canzone dove diceva ‘Ammazate Gesù Cristo quanto sei fico’, era un giovane di quell’epoca e sapeva dargli la giusta connotazione, mentre una signora, moglie di un generale dei carabinieri non trovò di buongusto la cosa e andò a denunciarlo e venne punito per vilipendio alla religione, perché quella parola era considerata negativamente. Immaginare che ci sia un nuovo tipo di cambiamento e linguaggio mi fa sentire come fossi testimone oculare di un meccanismo linguistico che probabilmente prima non c’era, come vivessi un’epifania perpetua. Un po’ come quello che succede quando viaggi e senti nuovi suoni ed è meravigliosa l’idea di vivere nuovi suoni e nuovi codici senza viaggiare, un po’ come se il viaggio si prendesse il lusso di attraversarci anche se siamo fermi”.
LA CANZONE CON TESTO “MI HAI TRADITO CON L’ORTOLANO” – “Questa canzone fu recensita da Francesco Guccini, erano 44 tracce, c’erano un po’ tutti in quelle canzoni, dai miei genitori fino a Carlo Conti e Brignano. Guccini mi fece la recensione, arrivata oltre la stampa, me la sono tenuta da solo, non è mai stata associata alla canzone”.
FUTURO – “Il tempo è fluido, liquido, il mio spettacolo ora è scritto così ma potrebbe succedere sempre qualcosa, oggi va di moda questo abbigliamento alla Messina Denaro, ho tanta voglia un giorno di entrare in scena con il montone, il cappello e fare una battuta in linea con ciò che ha colpito l’immaginario collettivo”.
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