Serie A sempre alla ricerca di un modo per valorizzare la propria immagine e aumentare i propri introiti. Intanto gli ultimi dati non esaltano il calcio italiano.
Creare un campionato competitivo, vuole dire avere delle rose valide da rendere ogni singola partita uno spettacolo unico nel suo genere. Un’esperienza indescrivibile, che consente di attirare a sé milioni di appassionati di calcio ogni qualvolta c’è un match in programma. Su un discorso del genere sono anni che la Serie A si interroga su come fare ma non è ancora oggi riuscita a trovare la soluzione adatta per riuscirci.
Indubbiamente, il problema non è tanto il numero di squadre partecipanti quanto il livello tecnico e la qualità del gioco che il campionato italiano continua ad essere tra i più bassi a livello europeo, certamente non stimola le grandi aziende mondiali ad investire sui club italiani come accaduto negli anni ’90.
Serie A, cifre sempre più preoccupanti
In effetti, il campionato italiano non se la passa bene neanche in termini economici. A confermarlo è lo Sports Business Group di Deloitte che ha realizzato la Football Money League: un’analisi dei club che fatturano di più nel calcio mondiale. Per l’ennesima volta, dallo studio emerge che la Premier League è il club con il maggior numero di club (16) nella grande classifica del business calcistico.
In testa a questa graduatoria si posiziona il Paris Saint-Germain con ricavi per 400 milioni di euro, superando di poco il Bayern Monaco (378 milioni di euro) e il Manchester City (373 milioni di euro). A seguire ci sono il Real Madrid (318 milioni di euro) e il Manchester United (309 milioni di euro).
E le italiane? Se la Juventus si trova al decimo posto con 194 milioni di euro, Milan e Inter si trovano in questa speciale classifica agli ultimi posti rispettivamente con 87 milioni di euro. Una differenza siderale, che fa comprendere quanto ancora debbano lavorare le due milanesi per avvicinarsi solo ai bianconeri.