Luigi De Ficchy è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Tanti i temi sul tavolo di discussione.
Lugi De Ficchy, ex procuratore aggiunto della FIGC, a calciomercato.it in onda su TvPlay ha parlato di Juventus. Queste le sue parole:
RICHIESTA DI 9 PUNTI DI PENALIZZAZIONE – “A me sembra una richiesta equilibrata, si poteva andare da un minimo a un massimo compreso fatti più gravi come a suo tempo con la retrocessione. Rispetto a quello che c’è almeno agli atti mi sembra equilibrati, perché dobbiamo pensare che questo fatto plusvalenze non è solo finanziario, ha comunque influito sulla regolarità delle partite e sulla regolarità del campionato, influire sul discorso scambio di giocatori e creare plusvalenze sopra significa poi che viene condizionata la formazione delle squadre, anche per quanto riguarda l’iscrizione dei club al campionato, la situazione patrimoniale della squadra. Vedremo ora cosa deciderà la Corte d’Appello”.
COME PROCEDE LA GIUSTIZIA SPORTIVA – “La giustizia sportiva deve cercare di non sconvolgere completamente quanto succede sul campo. Per questo dico che è equilibrata come richiesta. Nove punti sono tanti, cambiano sensibilmente la classifica per la Juventus, non è che si possono dare maxi penalizzazione solo per il tipo di squadra coinvolta”.
FINALE – “Non saprei, va tenuto presente che bisogna prima accettare la revocazione, un istituto non troppo usato. Questo è un primo step che bisogna superare, c’è stata già una sentenza precedente, la Corte d’Appello va a modificare una sentenza che ha già preso, quindi già qui c’è un po’, diciamo così, di imbarazzo nel fare questo. Le prove acquisite poi dalla Procura di Torino parlano chiaro, sono pagine abbastanza chiare sulle violazioni che ci sono state. Penso che la richiesta di Chinè possa essere accolta, mi sembra adeguata alla situazione”.
LA DETERMINAZIONE DEI NOVE PUNTI – “Sono nove in base all’esperienza del passato e le richieste del passato, si è pensato quindi fosse una richiesta giusta. La difesa poi potrà fare la sua parte, cercando di dimostrare che la cosa non ha influito sulla regolarità delle transazioni o finalizzato a condizionare le squadre sul campo. Vi assicuro che dal punto di vista delle sentenze ho visto di tutto. Al di là della mia esperienza da penalista, il giudizio finale dovrà essere una sintesi, difficile dire come finirà, c’è un collegio che deve decidere”.
LA PLUSVALENZA – “Tante società e industrie creano plusvalenze, abbiamo un’idea di plusvalenza anche quando acquistiamo una casa per esempio. Qui però non c’è solo la plusvalenza, ma un qualcosa che ha condizionato i campionati. Non basta la plusvalenza a dire che le regole vengono violate, ma c’è un accordo tra società, un reciproco scambio, è proprio chiaro che si fanno le plusvalenze per realizzare una certa situazione all’interno del proprio patrimonio, ma facendolo si va condizionare l’attività sportiva. C’è una situazione di alterazione di tutto quello che è il contesto sportivo, non solo c’è una problematica finanziaria, la plusvalenza in se non è un problema, ma lo è il contorno, che dimostra come sia tutto finalizzato a una certa modifica delle situazioni anche in campo per le società coinvolte”.
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