Sulla morte di Vialli si stanno facendo diversi ipotesi che coinvolgono altri calciatori: tra le testimonianze si è parlato di creatina.
La prematura scomparsa di Gianluca Vialli ha letteralmente sconvolto il mondo del calcio. La sua morte, preceduta di poche settimane da quella di Sinisa Mihajlovic, sta preoccupando e aperto un grosso interrogativo tra alcuni ex giocatori. In questi giorni si sono susseguite dichiarazioni sorprendenti sulla possibile correlazione di queste tragedie con l’assunzione all’epoca di farmaci proibiti.
In questi casi è sempre meglio non sbilanciarsi e affidarsi alla medicina perché si tratta di temi molto delicati. Al momento non c’è nessuna prova scientifica che ci possa essere qualche tipo di legame ma certamente hanno fatto discutere le testimonianze emerse in questi giorni. In particolare quella di Dino Baggio che ha lanciato un grosso allarme ed espresso i propri dubbi su alcune pratiche praticate in passato.
I recenti lutti di Vialli e Mihajlovic l’hanno particolarmente scosso tanto da riaprire le voci di doping nel calcio, confessando di aver assunto diverse sostanze nel corso della sua carriera. Nel suo specifico caso parla di integratori che però, secondo lui, potrebbero fare male nel corso del tempo e bisognerebbe indagare sui loro effetti a lungo termine.
Doping nel calcio: “Prendevamo la creatina”, di cosa si tratta
L’uscita pubblica di Dino Baggio ha creato una serie di reazioni contrapposte da parte di ex compagni e avversari. Un caso che ha coinvolto anche Nestor Sensini sull’eventualità di presunte coincidenze tra la morte di Vialli e i farmaci somministrati ai calciatori. L’ex difensore di Udinese e Parma ha raccontato la sua esperienza, facendo riferimento a una particolare sostanza.
Il 56enne argentino, oggi dirigente sportivo, è intervenuto nel dibattito cercando di smorzare il timore generale: “Sono tranquillo, Dino è un ragazzo molto sensibile e sicuramente queste morti ravvicinate l’hanno scosso ma io posso dire serenamente che non ho paura di morire”.
Uno stato d’animo diverso in base a quello che ha vissuto: “All’epoca andava di moda la creatina, ce la davano perché dicevano serviva per recuperare più in fretta e gonfiava i muscoli. La prendevamo un paio di volte dopo gli allenamenti, non mi ricordo quanti milligrammi; devo dire che però io non ho mai visto grandi differenze. Credo che nessuno ci avrebbe dato cose che avrebbero potuto mettere in pericolo le nostre vite”, ha dichiarato in esclusiva a Calciomercato.com.
Il focus sulla creatina
In effetti la creatina, nonostante posso incrementare le prestazioni degli atleti, non rientra nella categoria delle sostanze dopanti e non è vietata dalla maggioranza delle agenzie governative e internazionali per lo sport. E’ annoverata infatti tra gli integratori alimentari perché, in qualsiasi dosaggio, è soggetto a saturazione e pertanto non può superare i limiti imposti dalla fisiologia di ogni essere umano.
Si tratta di un supplemento naturale per fornire maggiore energia al corpo che si produce anche in maniera autonoma dal fegato e dai reni oltre che dalla dieta (maggiormente nella carne e nel pesce). Senza di essa non potremmo vivere perché è presente in ognuna delle nostre cellule e se assunta in modo corretto non ha alcun effetto collaterale. Solitamente viene utilizzata soprattutto in discipline anaerobiche, come ad esempio culturismo, sollevamento pesi e simili per aumentare la massa muscolare nel pieno rispetto delle regole.