Ferrieri Caputi, dopo le critiche per il suo operato tecnico nel match Napoli-Cremonese arriva l’insulto a sfondo sessista
Doveva essere una pietra miliare nel percorso di annullamento del gender gap anche nel mondo del calcio, invece si sta rivelando un boomerang. Martedì scorso per la prima volta nella storia del calcio italiano un match, nella fattispecie Napoli-Cremonese, valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia, ha visto all’opera una terna arbitrale tutta al femminile.
L’operato della direttrice di gara, Maria Sole Ferrieri Caputi, è stato giudicato largamente insufficiente soprattutto per il mancato annullamento del gol, a firma del napoletano Simeone, del provvisorio 1-1. Niente di nuovo sotto il cielo del calcio italiano dove le polemiche arbitrali sono all’ordine del giorno. Purtroppo, trattandosi di un arbitro donna, le legittime critiche al suo operato sono degenerate nell’insulto sessista.
Ferrieri Caputi, dopo l’insulto sessista le scuse
Protagonista della scivolata a sfondo sessista Luigi D’Ario, tesserato Figc ex Dirigente Academy Livorno, che ha postato sul suo profilo facebook la ricetta degli gnocchi come didascalia a corredo di una foto che ritrae appunto la Ferrieri Caputi. Una vernacolata alla livornese, come l’ha definita D’Ario, livornese che vanta origini campane, per sottolineare il suo mediocre arbitraggio.
Invece, è passato il retrivo messaggio che la Ferrieri farebbe meglio a cucinare che ad arbitrare rispolverando così quel retrogrado e oscurantista clichè che vuole le donne sempre e soltanto rintanate nel tinello di casa. E pensare che i Nazionali del Galles hanno accettato di decurtarsi del 25% i loro emolumenti per agevolare l’annullamento del gender pay gap, cioè la differenza di genere nella retribuzione corrisposta dalla Federazione gallese.
Comunque, dopo l’inevitabile vespaio di polemiche scatenato dall’infelice post (poi rimosso come quello di scuse) e il deferimento ventilato da Marco Bolano, Presidente della Sezione di Livorno della Associazione Arbitri Figc, dalle colonne de “Il Tirreno” Luigi D’Ario si è pubblicamente scusato pur ribadendo che il suo era solo un giudizio sull’operato tecnico della Ferrieri Caputi, come quelli espressi da tanti tra giornalisti ed ex arbitri, senza quindi alcun intento sessista:
“Era solo una battuta. Magari è stata infelice e chiedo scusa. Ma davvero, era solo una battuta, che ho pubblicato al 22 minuto del primo tempo, per sottolineare il pessimo arbitraggio“. Chissà se tali scuse basteranno per silenziare le polemiche e soprattutto per convincere, in primis la diretta interessata, Maria Sole Ferrieri Caputi, della sua buona fede.