Il Milan crolla a Riad, Pioli subisce l’Inter e torna a casa a mani vuote: i fattori principali della recente crisi di risultati.
Dimarco, Dzeko e Lautaro. 3-0 netto e inequivocabile ridimensiona nettamente il Milan nel Derby di Supercoppa ed esalta l’Inter di Inzaghi a Riad. Numerosi gli aspetti da rivedere per la squadra di Pioli, innanzitutto preme sottolineare come i nerazzurri siano stati più compatti a partire dall’aspetto tattico: il 3-5-2 di Inzaghi ha coperto bene le zone del campo dando più sostanza nella parte centrale, dove il Milan spesso andava in affanno. Ritmo forsennato portato avanti al meglio dall’ex di turno Calhanoglu e Mkhitaryan, oltre al supporto provvidenziale di Dimarco (che trova anche il gol in apertura) e Barella. Bravo l’ex Cagliari a farsi trovare pronto tra le linee e nel vivo del gioco, determinante anche in fase di non possesso.
Dalla stessa parte, per così dire, arrivano le dolenti note per il Milan: i rossoneri sono apparsi scarichi, lentezza dovuta più che altro all’incapacità dei centrocampisti arretrati (Bennacer e Tonali) di incidere in fase d’impostazione. Pioli gli aveva chiesto di agire in qualità di ex centromediano-metodisti ed è uscita una cosa a metà che non ha aiutato nell’organizzazione: Messias troppo solo e senza idee.
Milan, più ombre che luci: a Riad una disfatta annunciata
Poi c’è la questione Giroud e Leao, apparsi al di sotto degli standard: qui incide anche il fattore mentale. Il rinnovo che non arriva, la possibilità di lasciare l’organico. Troppe questioni ancora in sospeso non giovano alla resa nei momenti importanti. Sentirsi parte di qualcosa è fondamentale, soprattutto quando i risultati non sembrano arrivare. La crisi del Milan non parte da Riad. Roma, Lecce e Torino sono tre punti cardinali che disegnano lo smarrimento rossonero nella maniera migliore.
Concentrazione che viene meno e la capacità di agire a folate, nel momento in cui non sei in condizione (e il Milan correva meno rispetto all’Inter vista a Riad) devi aggrapparti alle ispirazioni dei singoli. Altro nodo di una partita iniziata male e sviluppata peggio che ha permesso a Lautaro di mettere il sigillo finale su qualcosa che era già nell’aria da un po’: la crisi, adesso, esiste e non è una semplice suggestione. Occorre capire se si tratta di una situazione passeggera, oppure c’è qualcosa di sedimentato.
In tal caso c’è tempo per riprendere in mano una stagione ancora in pieno svolgimento: il primo obiettivo di stagione è sfumato, ma tanto ancora bisogna fare. Prima di scrivere la parola fine su un’annata che definire altalenante comincia ad essere un eufemismo. È servita una trasferta a Riad al Milan per capire che le concorrenti non stanno a guardare. Come hanno fatto di recente, troppo spesso, Diaz e compagni. Menzione a parte per i due portieri: Onana si riscatta, Tatarusanu no e – come se non bastasse – alimenta l’altro dilemma che non fa dormire Pioli: quando torna Maignan? Anche se, a dirla tutta, i tifosi cominciano a chiedersi quando torna il Milan.