Juventus, l’inchiesta Prisma prosegue: gli sviluppi potrebbero cambiare destino e conformazione bianconera, il territorio ha un ruolo chiave.
L’inchiesta sulla Juventus tiene banco: l’indagine Prisma va avanti presso la Procura di Torino, gennaio si rivela un mese febbrile perché cambierà le sorti dei bianconeri. In primis il nuovo CDA dovrà impostare una strategia diversa e precisa rispetto al passato: cambia corso, ma restano immutati i valori. La sferzata deve esserci nelle dinamiche di gestione. Quelle che, fra le altre cose, hanno acceso un campanello d’allarme non indifferente agli occhi delle autorità. Tra plusvalenze e bilanci alterati, la situazione non è semplice: Agnelli e il vecchio CDA si sono dimessi in blocco. L’unico a cui è stato chiesto di rimanere è Maurizio Arrivabene, l’AD bianconero ha pensato bene di declinare l’offerta e proseguire per la propria strada.
Ora un viatico dovrà prenderlo anche la Juventus: il punto prova a farlo Giuseppe Legato, giornalista della Stampa, che sottolinea come la variabile dipendente in queste situazioni sia il tempo. Fattore che la Juventus non sembra avere a favore, ma deve in qualche maniera farci i conti se vuole mettere a punto una strategia vincente. O quantomeno attendibile, senza franare negli impianti accusatori che sono piuttosto elaborati e anche fortemente determinati. Le sorti della Juventus sono affidate alla professionalità dei legali, ma l’impianto accusatorio è talmente elaborato che pensare di risolvere la faccenda in poco tempo è, quantomeno, un’utopia: allargare i margini è la parola d’ordine.
In tal senso il giornalista della Stampa Giuseppe Legato, ai microfoni di TvPlay.it, espone la posizione della Juventus: perchè i bianconeri hanno chiesto di spostare l’indagine – con relativi faldoni e documenti – da Milano a Torino? La risposta è semplice: “Quando la Juventus porrà la questione della competenza territoriale, è improbabile che il giudice decida in prima persona su dove vada il processo, anche se tecnicamente potrebbe farlo. L’istanza verrà rimandata alla cassazione. Naturalmente questo allungherà i tempi. Questa pronuncia potrebbe a catena fare giurisprudenza. A Torino la procura crede che la cosa debba rimanere a Torino. Leggendo i punti della Juventus sulla richiesta di spostare a Milano la domanda però non sembra infondata”, queste le parole di Legato a TvPlay.it.
La Juventus prova a giocare di rimessa, per usare un termine calcistico, al solo scopo di impostare una strategia più performante. Infatti portare tutto il materiale e ricominciare dall’inizio passando da Torino a Milano potrebbe allungare la decorrenza. Necessità bianconera che potrebbe anche voler dire ulteriore ossigeno per impostare l’impianto difensivo, ma come dice Legato: “La Juventus chiederà lo spostamento del processo a Milano già chiesto alla Cassazione, che non poteva esprimersi perché i PM di Torino avevano già chiesto il rinvio a giudizio. Deciso dove va il processo se il giudice deciderà il rinvio a giudizio si procederà per il processo vero e proprio”.
Quindi ancora tanto c’è da fare, ma i bianconeri pensano a sistemare ogni aspetto affinché la strategia dell’attesa funzioni per riformulare ancora un’arringa difensiva performante. Da fine gennaio la matassa si complica: l’intreccio fra Giurisprudenza e sport non è ancora terminato. Le prossime settimane, in tal senso, saranno determinanti.
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