Bremer vittima di una serata negativa, così come tutta la squadra bianconera, complice forse anche le scelta tattiche dell’allenatore.
Terminare l’era Agnelli con una partita così indecorosa e un risultato così pesante, nessuno l’avrebbe mai potuto immaginare. Eppure, al ‘Maradona’ la Juventus è uscita sconfitta dallo scontro scudetto per 5 a 1. Un risultato umiliante, che brucia, l’ennesimo negativo della stagione che dovrà portare ad una seria riflessione a prescindere dalle otto vittorie di fila ottenute prima della gara di Napoli. Uno scontro al vertice dove in molti si aspettavano, o forse no, un risultato che poi alla fine non c’è stato.
Dopo 93′ di gioco, la Juventus che fino a quel momento non aveva preso gol nelle precedenti otto partite, chiudeva il match con 5 reti prese. Un risultato imbarazzante, figlio anche di scelte tattiche e anche di situazioni di gioco che hanno permesso alla squadra di Luciano Spalletti di primeggiare e a quelle di Massimiliano Allegri di disintegrarsi.
Bremer vittima del disastro Allegri
Un disastro che si è visto sin dall’inizio con Chiesa che, da quinto difensore, non riusciva a contenere un furibondo Kvaratskhelia o a giocare d’anticipo sulle sovrapposizioni di Mario Rui, andando così a creare quelle voragini sulla sinistra che tanto sono piaciute agli azzurri in fase di costruzione.
Il peggiore in assoluto è stato però Bremer, artefice di aver dato il via almeno ad un paio di gol della squadra di Luciano Spalletti. Se nelle precedenti gare l’ex Torino aveva dimostrato una certa solidità, contro Osimhen ha confermato di andare in difficoltà contro gli attaccanti veloci e in continuo movimento. Difatti, il costante movimenti senza palla del nigeriano, così come il passaggio alla difesa a 4 voluto da Allegri, ha fatto sì che il brasiliano perdesse quei pochi punti di forza in suo possesso per far fronte al nemico di turno. Dunque, un insieme di situazioni che non gli hanno permesso di fare una grande partita.