Oggi Gennaro Gattuso, per tutti “Ringhio”, spegne 45 candeline. Ecco le sue più celebri frasi: dalla sua terra natale a Pirlo
Il suo Valencia ieri ha perso in casa contro il Cadice, un ko che rende più difficile la rincorsa dei valenciani a un posto nella prossima edizione della Champions League. Il peggior modo di festeggiare il 45 compleanno per uno come Gennaro Ivan Gattuso, per tutti “Ringhio”, che vive di calcio.
Prima come calciatore vincendo tutto (tra l’altro, scudetto, Champions League e Coppa del Mondo, è uno degli eroi di Berlino 2006), ora con alterne fortune come allenatore, gran parte dei suoi primi 45 anni Gattuso li ha trascorsi su un campo da calcio.
E se i suoi ragazzi ieri non gli hanno fatto il regalo di compleanno che si aspettava, cioè la vittoria, vogliamo omaggiare le prime 45 candeline spente da Ringhio ricordando le sue cinque più celebri frasi. Una vera e propria impresa considerato che, esattamente come quando indossando maglietta e scarpe bullonate mordeva le caviglie degli avversari fino al triplice fischio, anche fuori dal campo Gattuso è molto “generoso” dato che continua a regalare perle di saggezza.
Gattuso, ecco le sue 5 frasi più iconiche
Nato a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, il 9 gennaio del 1978, Gattuso, dopo gli esordi con il Perugia, la Salernitana e la parentesi con i Rangers Glasgow, ha vissuto tutta la carriera da calciatore di alto livello con la maglia del Milan. Tanti anni al Nord rimanendo però un uomo del Sud. Va da sé, quindi, che alcuni dei suoi aforismi più apprezzati siano dedicati alla sua terra natale, ai suoi corregionali e al suo essere calabrese nell’anima, nel profondo:
“Io penso in calabrese, parlo in calabrese, è più comodo, è più veloce. Quando devo imprecare lo faccio in calabrese“.
Imprecazioni cui si abbandonava anche in conferenza stampa come durante lo sfogo ai tempi in cui allenava l’Ofi Creta in un improbabile mix di italiano, greco e inglese da far invidia al celeberrimo show dialettico di Giovanni Trapattoni all’epoca in cui sedeva sulla panchina del Bayern Monaco:
“Quello che scrivono sui giornali sono caz**te, s**t, malakia. I want my players play with balls… and heart. Me work 12 hours a day”.
Comunque, in questa breve antologia del Gattuso pensiero spazio anche ai quei compagni di squadra di cui era l’ombra correndo anche per loro:
“Kakà è un fenomeno al 100%. Se quest’anno non vince il Pallone d’oro, glielo vado a comprare io”, “Quando vedo giocare Pirlo, quando lo vedo con il pallone tra i piedi, mi chiedo se io possa essere considerato davvero un calciatore“. Generoso e umile, Gattuso è, a suo modo, un campione dentro e fuori dal campo. Tanti auguri, Ringhio, e mille di queste perle che ci ricordano che il calcio è, in fondo, un gioco.