Barcellona nuovamente in ansia a causa di parole particolari di Xavi che riaprono un discorso sugli allenatori e l’importanza della gavetta.
Basta essere stati grandi calciatori per diventare grandi allenatori? La storia del calcio sostiene che dipende dai singoli casi. Ebbene sì, ci sono ex calciatori in grado di essere dei grandi tecnici e altri che non hanno la stoffa per poter guidare una squadra, nonostante l’esperienza acquisita in campo per anni. Una cosa è però certa: quando si è ex grandi calciatori e si ha avuto la fortuna di giocare in grandi club, le possibilità di non fare la gavetta sono altissime.
Un qualcosa che sanno bene allenatori come Roberto Mancini, Pep Guardiola, Luis Enrique e in ultimo Xavi. Certo, ognuno di loro ha avuto modo di dimostrare di saper vincere anche come tecnico e di saper trasferire le proprie capacità ai calciatori. Tutto ciò però basta a giustificare tale diseguaglianza con i colleghi? La risposta sembra essere no. Una risposta negativa giunge se si pensa che, fare la gavetta, porta ad allenare anche a categorie inferiori, percependo uno stipendio minimo o a volte rischiando anche di non percepirlo per niente. In altri casi, sei costretto ad emigrare in un altro Paese perché nel tuo, per allenare, devi portare gli sponsor come accadde a Marco Rossi, attuale c.t. dell’Ungheria.
Barcellona, Xavi sotto accusa
Proprio per questo, quando si rilasciano delle dichiarazioni, prima di farlo, bisognerebbe pensare un attimo e domandarsi se ciò che si sta per dire potrebbe ferire qualcuno. Ma cosa è accaduto a Xavi al punto tale da esser finito sotto accusa? Si sarebbe detto soddisfatto di aver avuto un sorteggio favorevole in occasione dell’ottavo di finale di Coppa del Re, dove di fronte avrà l’AD Ceuta, che è una squadra di categoria inferiore.
Una dichiarazione che, per quanto dovrebbe essere apprezzata per la sua onestà, è stata anche mal digerita dal tecnico avversario che ci avrebbe tenuto a ribadire come, a differenza del tecnico del Barcellona, lui sia abituato a fare la gavetta e che i risultati ottenuti finora sono frutto del suo lavoro e non del suo successo da calciatore. Dunque, una diatriba che fa riemerge un discorso che prima o poi dovrebbe essere affrontato seriamente.