Riccardo Cucchi è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it. Il suo ricordo di Gianluca Vialli nel corso della trasmissione TV Play.
Riccardo Cucchi, radiocronista, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it sul canale Twitch. Queste le sue parole.
IL RICORDO DI VIALLI – “Gianluca credo sia stato un esempio raro di un campione che è stato campione di tutti, con tutte le maglie che ha indossato è stato amato dai tifosi e dagli avversari che lo hanno affrontato. Credo sia un qualcosa di evidente a tutti e per i calciatori è sempre difficile riuscirci, perché alla fine sono sempre un po’ vittima della partigianeria del calcio. Vialli c’è riuscito e ci ha ricordato che il calcio è gioia, questo non andrà mai dimenticato”.
VIALLI UOMO – “Questa è una caratteristica che ha sempre avuto, ho iniziato a muovere i primi passi da radiocronista negli anni Ottanta, ho incrociato un Gianluca Vialli giovane che iniziava a muovere i primi passi con la maglia della Cremonese. Ho visto non solo i capelli ricci e le sue gambe snelle che lo portavano a saltare tutti in dribbling, era un’ala inizialmente, ma ho visto anche un uomo non banale quando abbiamo avuto il piacere di intervistarlo. Il calcio è un ambiente strano, l’insidia della banalità è sempre dietro l’angolo, Vialli rispondeva sempre con intelligenza e col tempo abbiamo imparato a capire i suoi sorrisi e la sua profondità, non sono rimasto sorpreso da come ha affrontato l’ultima dolorosa parte della sua esistenza, è riuscito ad arrivare alla nostra intelligenza con le sue parole, che sceglieva sempre in modo adeguato”.
UNA PAROLA PER RICORDARE VIALLI – “Il coraggio. Il coraggio che ha avuto anche nell’ultima parte della sua vita e che mostrava in campo anche osando, Gianluca osava il dribbling, osava usare le sue abilità tecnica, le sue giocate non sono mai banali, ci sono tantissimi dei suoi gol su internet e si possono rivedere le sue giocate, si vede che i suoi gol sono frutto di intelligenza e frutto del coraggio, nel cercare il pallonetto, il tiro più difficile ma che dà la soluzione vincente, credo che abbia dimostrato che dentro e fuori dal campo serve osare nella vita per avere risultato e ha mostrato coraggio anche nella malattia che ha affrontato”.
ANEDDOTO – “Ricordo un momento che ho avuto il piacere di vivere, quando il 22 maggio 1996 Vialli alzò la Champions. Vialli inseguiva quel trofeo da tanto, con la Sampdoria gli era sfuggito. Penso per lui sia stato un momento magico, ricordo gli occhi lucidi quando siamo scesi negli spogliatoi per le interviste, vincere quella coppa era importante per lui. Quella coppa, in questo momento, appartiene un po’ a tutti”.
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