Claudio Ranieri riparte da Cagliari: l’allenatore è chiamato all’ennesima impresa. Un vero e proprio riequilibratore. Si comincia dal mercato.
Claudio Ranieri l’aveva detto: “Vado dove mi chiamano, sono abituato a prendere situazioni in bilico. L’ho fatto con la Roma, con il Leicester, continuerò a farlo. Sento ancora l’adrenalina. Fin quando c’è questo va bene”. Il mister di Testaccio riparte dalla Sardegna: un ritorno il suo, ma gli stimoli sono nuovi. Ora è chiamato a salvare la squadra. Nel senso più ampio del termine: riportare i rossoblù in Serie A. Almeno fare il possibile perchè Cagliari torni dove merita di stare.
I tifosi hanno accolto con garbo ed entusiasmo il ritorno del tecnico. Adesso si comincia a fare sul serio: Ranieri dovrà lavorare sulla testa dei giocatori in quella che si prospetta come una difficile seconda parte di stagione. Prima di qualsiasi progetto, però, c’è il mercato: le intenzioni della squadra sono chiare – risalire – ma ora serve l’intervento della proprietà per far sì che i propositi diventino fatti concreti. Non è un caso, infatti, la telefonata dei giorni scorsi di Claudio Ranieri a Nainggolan: si conoscono dai tempi di Roma e anche prima.
Il tecnico vorrebbe riportarlo in Sardegna, attualmente il centrocampista è all’Anversa tra alti e bassi. Cagliari può essere un punto di ripartenza: lo stesso vale per Salvatore Sirigu, in forza al Napoli e l’ideale per la porta, la cui concorrenza con la Reggina rende tutto più accattivante. In ultima istanza, non per importanza, c’è Manolo Gabbiadini: nome spendibile per l’attacco dato che rispecchia tutte le caratteristiche del gioco di Ranieri. Concretezza e impostazione: la possibilità di fare reparto da solo.
Tre nomi per mettere le fondamenta, poi si vedrà. Attenzione in uscita, però, perchè si valutano Millico, Pereiro e Viola. Poi c’è il caso Pavoletti: l’attaccante non è ben visto dalla tifoseria, situazione da sommare a qualche possibile frizione interna risolvibile solo con l’allontanamento. Ad ogni modo mister Ranieri conosce ogni situazione: è consapevole della necessità di mettere un punto. La sosta natalizia è un ottimo ponte per ripartire e costruire, laddove possibile, su quelle che prima erano crepe. Il resto lo dirà la stagione: punti e certezze per continuare a sognare. L’unica abitudine che il popolo sardo, nonostante tutto, si ostina a non perdere.
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