Cristiano Ronaldo sceglie l’Al Nassr. A far rumore non sono solo le cifre che guadagnerà, ma anche l’apporto degli sponsor: i numeri.
Cristiano Ronaldo prende il volo e sceglie l’Arabia per ripartire, ma quello che conta non sarà sul campo. Proprio questo aspetto faceva vacillare CR7: non conterà come giocherà, a 37 anni – in Arabia – un Curriculum come il suo fa la differenza fuori. In campo comanda la condizione fisica: gli standard sauditi sono più bassi, ecco perché l’ex Juventus voleva evitare di chiudere in questo modo. Avrebbe preferito – e non l’ha mai nascosto – finire altrove.
Come testimoniano le chiamate reiterate del suo agente, che ha provato a piazzarlo nei grandi club europei senza successo, culminate con la trattativa a vantaggio degli arabi. Un miliardo in totale, fino al 2025. Cifre da capogiro, ma non è solo una questione di soldi. Il progetto di Ronaldo cambia prospettiva: l’ex United non farà solo la “passerella” di fine carriera. L’obiettivo è un altro: il campione lusitano diventa ambasciatore saudita. Significa che farà da raccordo tra la cultura e il brand del posto.
Cristiano Ronaldo, da top player ad ambasciatore: il piano
CR7 come simbolo di credibilità e tramite. In altre parole: conta cosa fa in campo, ma è rilevante – ancor di più – quello che farà fuori. Innanzitutto niente alzate di testa – come ha fatto nel recente passato con ten Hag – qualora non dovesse giocare titolare. Garcia scommette sul lusitano: dopo cifre simili non potrebbe essere altrimenti. Quello che viene chiesto a Ronaldo, però, è di intercedere nello specifico per la candidatura di Riad al Mondiale 2030. Testimonial di livello assoluto per tentare una sortita del genere. La lente d’ingrandimento su un Paese in via di sviluppo.
A maggior ragione gli sponsor si stanno tuffando a capofitto dopo un periodo di stallo: l’Al Nassr vede Ronaldo come un investimento senza avere la smania di vincere. Ovvio che vuole far bene, Ronaldo non è lì in vacanza, ma non ha l’assillo di far quadrare i bilanci. Aspetto con cui sia Juve che Manchester United dovevano fare i conti. Ronaldo sta ritrovando quella fase che, nel gergo del Marketing, è definita “oceano blu”. Ovvero una condizione nuova che permette l’espansione sociale ed economica senza competitor. CR7 ha trovato un nuovo terreno su cui far fruttare e sviluppare la propria immagine, la carriera finirà uscendo dal campo.
L’oceano blu del campione
Subito dopo il 2025, però, Ronaldo sarà uno dei massimi esponenti di una nuova politica industriale: la sua immagine sarà utilizzata per riqualificare ed espandere una cultura. L’opulenza al servizio di una comunità. Poco importa – ora meno anche a Ronaldo che ha dovuto fare i conti con l’evidenza – se non c’è l’adrenalina della Premier League o il trasporto della Serie A, per non parlare della fisicità della Liga.
La massima divisione del campionato saudita sarà la sua nuova dimensione tra calcio e business: l’aumentare di follower su Instagram sono già un primo segno, i successivi saranno dati dal fatturato. Suo e del club. Non che prima facesse la fame, ma il passaggio di CR7 all’Al Nassr segna l’approdo del campione anche nelle istituzioni e in un certo tipo di economia. Da centravanti ad ambasciatore, Ronaldo fa scuola anche qui: i suoi colleghi, spesso, si “accontentano” di un posto da dirigente.