Il tecnico della Roma, José Mourinho, è pronto a varare una rivoluzione tattica sacrificando un suo pretoriano
Il ritorno del neocampione del mondo Paulo Dybala (anche se non con un ruolo da protagonista pur avendo messo a segno uno dei penalty alla lotteria dei rigori nella finale contro la Francia) ha riportato entusiasmo e una ventata di ottimismo in casa Roma.
Poco alla volta, con Wijnaldum che migliora giorno e dopo giorno e che di fatto sarà un nuovo acquisto, tutti i tasselli stanno andando al loro posto, con il tecnico giallorosso José Mourinho che finalmente, anche alla luce dell’arrivo di Solbakken, ha finalmente un ampio ventaglio di soluzioni tattiche.
D’altronde, si sa, il tecnico portoghese ama sperimentare, non è tipo da accettare passivamente il corso degli eventi. Se la sua squadra non va, ha difficoltà, Mourinho non invoca l’aiuto della dea bendata ma studia soluzioni per far uscire dall’impasse il suo team riuscendo spesso a trovare il bandolo della matassa. Del resto, non si è “Special one” per caso.
Al centro delle speculazioni tattiche di Mourinho c’è ovviamente Dybala. E non potrebbe essere altrimenti, la sua assenza, causa infortunio, negli ultimi impegni dei giallorossi prima della sosta si è fatta sentire. Tutto, quindi, ruota attorno all’argentino che Mou e il suo staff vogliono mettere nelle condizioni di rendere al meglio.
Sulla trequarti o terminale offensivo, l’orientamento è quello di mettere l’argentino il più possibile davanti al portiere avversario sgravandolo da compiti difensivi e consentendogli così di dare libero sfogo alla sua fantasia, proprio quella che è mancata alla Roma durante la sua assenza.
Ma nei pensieri (tattici) del Mago di Setubal non c’è solo l’ex bianconero. Il tecnico portoghese è sempre più stuzzicato dall’idea di un ritorno alla difesa a quattro, impostazione tattica del reparto arretrato da un anno a questa parte, per meglio accompagnare la manovra offensiva dei giallorossi che negli ultimi match del 2022 hanno faticato non poco a trovare la via del gol.
In quel caso, tra i tre centrali il sacrificato sarebbe un fedelissimo, un pretoriano di Mourinho: l’ex Atalanta Gianluca Mancini che lo Special one considera per caratteristiche tecniche meno adatto allo schema a quattro rispetto a Smalling e Ibanez.
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