Cristiano Ronaldo è sempre più vicino all’Al Nassr che gli ha offerto un contratto faraonico. Nell’accordo anche un ruolo da testimonial per la candidatura dell’Arabia Saudita a ospitare i Mondiali del 2030
Ormai è davvero fatta. Cristiano Ronaldo aha firmato con l’Al Nassr, la squadra dell’ex allenatore della Roma Rudi Garcia. Dovrebbe guadagnare, fra ingaggio e sponsor, 200 milioni a stagione. Le indiscrezioni, di cui abbiamo dato conto anche su Tv Play, raccontano di un accordo fino al 2025 come calciatore e di un successivo impegno, a carriera finita, come ambasciatore per la candidatura dell’Arabia Saudita per organizzare i Mondiali del 2030. La notizia, già al momento delle prime indiscrezioni, aveva scatenato la rabbia dei tifosi. Anche il Portogallo, infatti, porterà la sua candidatura per co-organizzare la stessa edizione dei Mondiali.
“Si sta facendo la storia – si legge nel tweet della società che annuncia il trasferimento -. Questo ingaggio è un’ispirazione per il club affinché raggiunga risultati ancora più grandi, ma anche per la nostra lega, la nostra nazione, le future generazione di ragazzi e ragazze affinché diventino la miglior versione di loro stessi”.
Questa decisione di Cristiano Ronaldo non fa che dimostrare quanto contino, oggi, le ragioni del business nel racconto del calcio. Di questi aspetti, e di come sia cambiato il modo di vivere il pallone, ha parlato a Tv Play lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni dai cui romanzi sono state tratte tre serie televisive di grande successo: I Bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi e Mina Settembre.
History in the making. This is a signing that will not only inspire our club to achieve even greater success but inspire our league, our nation and future generations, boys and girls to be the best version of themselves. Welcome @Cristiano to your new home @AlNassrFC pic.twitter.com/oan7nu8NWC
— AlNassr FC (@AlNassrFC_EN) December 30, 2022
Oggi, ha detto, l’attenzione al racconto dei singoli, dei campioni, mette in ombra un concetto di base. Ovvero, il fatto che il calcio sia uno sport di squadra. “Raccontare i singoli porta tutti i bambini a parlare solo questo. Come se essere Mbappé o Messi o Cristiano Ronaldo significhi giocare fuori dal PSG o dal Barcellona” ha detto.
Il paradosso Cristiano Ronaldo: “Oggi contano solo le statistiche”
L’addio di Cristiano Ronaldo al Manchester United, che ha lasciato i Red Devils ancora alla ricerca di quel centravanti tanto importante negli schemi del del tecnico olandese Erik Ten Haag, ha generato quello che De Giovanni ha presentato come un paradosso. Il portoghese adesso, come in fondo già dall’inizio della stagione, sta cercando “un involucro“. CR7 sta dimostrando, con evidente individualismo, che per lui “conta poco la squadra. L’importante è trovare una squadra che gli permetta di incrementare il suo score“, ha detto De Giovanni.
Al contrario, ha sottolineato, Pelé è rimasto per tutta la carriera al Santos, con cui ha trascorso tutto il primo tempo della sua carriera. Poi, dopo il primo annuncio del ritiro dal calcio, qualche investimento sbagliato lo convinse ad accettare la faraonica offerta dei New York Cosmos. E’ anche per quello che è accaduto nelle stagioni in USA che oggi la Major League Soccer è un campionato in espansione e sempre più seguito.
Fino al momento del suo addio al calcio, e del suo di fatto forzato ritorno sulle scene, Pelé “non poteva andare via dal Santos, era diventato un patrimonio nazionale – ha detto De Giovanni -. Lo stesso governo intervenne per non farlo andare via. Da Pelé a Ronaldo è come andare dall’alfa all’omega, dal calcio inteso come sport di squadra al trionfo della statistica. E’ come se i numeri, le statistiche, da mezzo siano diventati un fine, l’argomento centrale. Oggi il bambino che guarda sogna di essere il calciatore, non il calciatore di una squadra, e secondo me è una aberrazione”.