Angelo Sormani, storico ex calciatore italo-brasiliano, ha voluto ricordare a modo suo Pelè, scomparso nella giornata di ieri.
E’ stato compagno di Pelè ai tempi del Santos, nel lontano triennio tra il 1958 e il 1961. Angelo Sormani è intervenuto ai microfoni della trasmissione TvPlay in onda su Twitch proprio per ricordare il fuoriclasse brasiliano scomparso nella giornata di ieri.
I due hanno condiviso tanti momenti speciali. Un rapporto solido e sincero che si è interrotto, calcisticamente parlando, solo a causa del trasferimento di Sormani in Italia, più precisamente al Mantova.
Ma la formazione lombarda è stata solo la prima di una lunga serie che ha visto l’ex attaccante vestire anche le maglie di Milan, Napoli, Sampdoria e Roma.
Nel ricordo di Pelè
Quest’oggi il mondo del calcio ha aperto gli occhi senza non essersi ancora pienamente reso conto della grave perdita subita. L’addio di Pelè è questo. Un altro dei più grandi della storia è passato a miglior vita. Chi, se non Angelo Sormani, ha potuto aiutarci a ricordare il fenomeno brasiliano in questa giornata triste. “Era una persona speciale. E’ diventato uomo molto presto. Per me, con tutto il rispetto che ho per Maradona, Pelè è stato il più grande di tutti. Aveva qualità innate che si è costruito col lavoro: saltava più di tutti ed era il più veloce. Senza parlare della tecnica, faceva quello che voleva. Era difficile trovargli un difetto“.
Edson, così si chiamava realmente il fenomeno brasiliano, amava il calcio. Figlio di un’epoca totalmente diversa da quella odierna, è stato capace di illuminare generazioni di calciatori, tifosi e appassionati. Un fuoriclasse assoluto, l’emblema della maglia numero 10 che tutti i bambini sognano un giorno di indossare. A proposito di quella maglia, Sormani è estremamente convinto: “Devono toglierla in tutto il mondo. Il Santos al momento l’ha ritirata, ma secondo me nessuno dovrebbe più indossarla. E’ lui che gli aveva dato prestigio“.
Un rapporto indissolubile con il pallone, il suo migliore amico. Un approccio al calcio sempre sereno, come se ogni partita disputata fosse quella con gli amici di sempre tra i vicoli alberati e soleggiati di una giornata estiva, come quella volta che decise di andare in porta pur di aiutare la sua squadra. “In quella partita del 1962 ricordo che venne espulso il portiere. Pelè voleva andare in porta e c’è andato. Non c’erano ancora le sostituzioni per cui era pronto a tutto pur di dare una mano ai compagni. Non gli hanno fatto tiri impossibili, ma non gli hanno neanche segnato. Uno come lui si divertiva anche ad andare in porta”.
E allora, caro O’Rei, infinitamente grazie per aver fatto innamorare milioni di persone alle tue gesta e al calcio. Una leggenda è per sempre, come il tuo ricordo.