Erling Haaland, il norvegese dagli occhi di ghiaccio segna un’altra doppietta in Premier League e arriva a 20 gol: che rimpianto per Marotta.
Ce l’aveva quasi fatta Marotta a prendere Haaland: aveva anche un accordo di massima, ma poi il mercato ebbe la meglio. L’attuale AD dell’Inter, all’epoca dei fatti dirigente della Juventus, mastica amaro quando vede certi numeri in Premier League: Haaland non si ferma più. Un centravanti che al Salisburgo è esploso e al City sta letteralmente divampando. Non vuole smettere di sognare e segnare: ha realizzato 20 gol in 14 presenze nel campionato inglese.
Supera, tra le altre cose, anche suo padre che si fermò a 18. Alla faccia del figlio d’arte, capace di mettere alle spalle icone come Ruud Van Nilstelrooy e Diego Costa, ma il punto non è chi lascia dietro, bensì chi punta a superare. Intende fare le cose in grande più di quanto già non faccia. Merito solo del talento? Assolutamente no, il ragazzo fa una dieta ferrea e si allena con una disciplina disarmante. Non stacca mai. Sempre pronto a dare il meglio: in allenamento gioca come se fosse la partita. Certi gol – ripresi dai compagni di squadra – sottolineano una potenza devastante. Complessivamente sono 44 i gol nel 2022 nell’arco di 42 apparizioni complessive. Una sentenza con chiunque, nazionale e club.
Persino Terence Hill – icona del cinema e grande tifoso del Borussia Dortmund – ha la sua maglia autografata. Sicuramente, anche se ha cambiato casacca, lo amerà anche al City: quasi due metri di talento, agilità e classe che fanno quello che vogliono in mezzo al campo. Non lo ferma nessuno: paragonato, per il look, a Ivan Drago di Rocky Balboa. Lui, però, non si limita a “spiezzare in due” gli avversari come il celebre attore afferma nell’iconico film. Spacca i pali delle porte gonfiando la rete troppo spesso al punto da cominciare a sospettare della regolarità dei suoi allenamenti.
Il bello, invece, è proprio quello di saper essere così al naturale. Senza alcun tipo di aiuto se non quello dato dalla costanza e l’allenamento: la volontà è motore di tutto, il calcio non fa eccezione. Anche se c’è ancora chi cerca la pozione magica. Davanti a numeri del genere gridare al miracolo sarebbe quasi una consolazione, perchè che è tutto vero ancora non ci crede nessuno. Ed è per questo che Haaland non smette più: dimostra a tutti quanto non abbiano davvero visto tutto. La stagione non è finita, anche se il centravanti potrebbe chiudere già il sipario. Invece si prepara al prossimo inchino, per esultare in faccia agli scettici. Compreso Marotta che scettico non è mai stato, ma sul suo conto sperava di sbagliare. Ci aveva preso, purtroppo per lui, anche stavolta.
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