Da prima ancora che iniziasse il Mondiale è iniziato il gioco dei paragoni tra Messi e Maradona, mai così intenso. Adesso però basta.
Non è dato sapere se Leo Messi sia davvero un predestinato sulle cui gesta influiscono i famigerati “dei del calcio”, o se semplicemente la sua sia la storia vincente di un campione enorme, con tanto di colpo di scena finale che sembrava il copione di un film. Quel che è certo e a cui tutti abbiamo assistito è la mitizzazione di ogni gesto della Pulce che ha condotto l’Argentina in finale. Non finisce di certo qui però, ormai sono anni che si parla di Messi come dell’erede di Diego Armando Maradona e qui avviene lo scisma.
Leo Messi ora ha ufficialmente vinto tutto, con la Coppa del Mondo che arriva con un tempismo e delle modalità che non hanno nulla da invidiare ad una sceneggiatura cinematografica. Nel trionfo finale dell’Argentina e di Messi c’è tutto, una sfida epica contro l’avversario non solo favorito, ma anche campione in carica, che sembra non “morire” mai, sportivamente parlando ovviamente.
Finche non arriva il momento più atteso, quello in cui si consegnano ufficialmente le immagini alla storia. La premiazione che porta in dote quell’urlo liberatorio e quel sentimento di unione tra gli eroi in campo ed il popolo, tra terra e cielo, perché l’evocazione di Maradona in ogni fase del cammino dell’Argentina è stato costante. In tutto questo c’è anche chi dice Messi superiore anche a Maradona. Perché ha vinto di più ed è rimasto al top per molto più tempo di Diego.
Messi-Maradona, la polemica infinita
Bypassando le considerazioni su chi fosse più forte, quanto e perché, ciò che per i più differenzia davvero Maradona da Messi è la personalità e di conseguenza la percezione. Maradona è visto più come un leader carismatico, ma soprattutto un capo-popolo. Diego, simbolo e idolo di un paese e che proprio per questo non avrebbe mai permesso che l’emiro, sotto lo sguardo compiaciuto di Infantino, andasse a coprire con il bisht nero, la maglia, i colori, lo stemma (e non ultimo lo sponsor storico) dell’Argentina. Questa è l’ultima polemica esplosa sul caso infinito di questo paragone scomodo e pesante come forse nessun altro al mondo.
Se non fosse che grazie a internet, che tutto conserva e nulla dimentica, è poi venuto fuori che Maradona avrebbe fatto anche di peggio. Sono infatti ritornate fuori dall’oblio diversi scatti che ritraevano el Pibe de oro quando nel 2013 fu nominato ambasciatore dello sport di Dubai. Maradona veniva dall’esperienza come CT dell’Albiceleste e continuò la sua carriera non fortunatissima da allenatore accettando due incarichi per allenare appunto negli Emirati Arabi, con tanto di cerimonia in cui el Diez è vestito con Kandura e Kefiah.
Messi e Maradona uguali dunque?
Al netto della pretestuosità di portare ad esempio un episodio in cui Maradona è stato chiamato ad indossare abiti tipici arabi in un contesto completamente differente. La realtà dei fatti è che in tutto questo tempo il potere degli sceicchi è diventato sempre maggiore, sotto i nostri occhi. I paragoni tra Messi e Maradona, che siano dal punto di vista tecnico, morale, o attitudinale, non hanno ragione di esistere.
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Di fronte agli occhi di tutti noi che ne discutiamo c’è qualcosa di ben più evidente. Donando proprio prima della premiazione il bisht, l’emiro con un gesto apparentemente per rendere onore a Messi, ha ricordato a noi tutti che ci siamo divertiti a guardare la finale, che il calcio sarà anche il nostro gioco preferito, ma ora appartiene a loro, piaccia o meno.