La permanenza di Ruslan Malinovskyi all’Atalanta è sempre più in dubbio: ecco come Gasperini disegna il futuro della Dea
Se l’Atalanta non è più una sorpresa ma una realtà del calcio italiano e se quindi l’etichetta di “provinciale”, anche alla luce dell’ottimo rendimento nelle Coppe europee quando vi si è qualificata, le sta stretta, il merito è anche di una società che ormai è un modello di riferimento quanto a gestione manageriale di un club di calcio.
Ebbene, la dirigenza orobica, nonostante si avvicini sempre di più la ripresa del campionato, il 4 gennaio, con i bergamaschi che saranno impegnati contro lo Spezia in trasferta, ha messo sul mercato il centrocampista ucraino Ruslan Malinovskyi, che ha estimatori in Francia e in Premier League, per sfoltire la rosa e nel contempo migliorarla per battagliare quasi alla pari con i top team della Serie A.
Tuttavia, l’Olympique Marsiglia si è ritirato dalla corsa per il centrocampista ucraino. Gli orobici, infatti, forti dell’interesse di club della Premier League, vogliono solo un pagamento cash tanto che in estate hanno rifiutato l’ex giallorosso Cengiz Under come eventuale contropartita.
Anche se il club transalpino ha preferito non affondare il colpo per virare su profili più giovani, in modo da beneficiare di eventuali plusvalenze, Ruslan Malinovskyi è sempre in bilico nonostante un rendimento nella prima parte di stagione in linea con le attese: in 14 partite il centrocampista ucraino ha messo a referto un gol e due assist.
Non per nulla su di lui è forte l’interessamento del Tottenham di Antonio Conte che è, quindi, in pole position per assicurarsi le prestazioni del centrocampista/trequartista ucraino. Nondimeno, come con il Marsiglia, l’ostacolo da superare per finalizzare l’operazione è la formula: gli orobici vogliono monetizzare e hanno, pertanto, fissato il costo, che si aggira intorno ai 12 milioni di euro, per la cessione a titolo definitivo mentre, secondo quanto riferisce il “The Guardian“, la modalità gradita agli Spurs è il prestito con diritto di riscatto. Staremo a vedere.
Nel frattempo, quel che è certo è che senza il centrocampista ucraino la Dea cambierebbe pelle: meno qualità e geometrie ma forse più dinamismo, maggiore capacità di interdizione e prolificità, caratteristiche che gli orobici ricercano nel sostituto dell’ucraino nell’ottica di un upgrade offensivo dal momento che, complici un Duvan Zapata e Luis Muriel con le polveri bagnate, la difficoltà nell’andare a rete ha frenato la Dea negli ultimi impegni del 2022.
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