Lazio, un talento dalla Serie C: chi è Confente, il portiere che stuzzica Tare

La Lazio guarda alla Serie C per pescare nuovi rinforzi e talenti. Un gesto sempre più raro che deve essere da monito alle società italiane: anche in C c’è qualità.

Quando la Serie A pesca dalle categorie inferiori c’è sempre quel po’ di rivoluzionario. Un gesto e una tendenza che si sta sempre più perdendo e che nel calcio di oggi rappresenta una rarità.

Igli Tare
Igli Tare, coordinatore area tecnica della Lazio (ANSA)

Il mondo del calcio ha ormai allargato i propri orizzonti, Serie A compresa. Si pensa che poter arrivare in ogni angolo remoto della terra rappresenti la modernità calcistica.

Il fatto di poter scoprire calciatori in qualsiasi paese. Può essere vero, ma spesso le società italiane si dimenticano di guardare al proprio orticello, dove spesso crescono talenti importanti.

Lazio, chi è il talento della Serie C che piace a Tare

Sarri Lazio
Maurizio Sarri, allenatore della Lazio (ANSA)

A muovere questo passo rivoluzionario ci sta pensando la Lazio. Il coordinatore dell’area tecnica Igli Tare avrebbe individuato in Alessandro Confente, portiere classe ’98 del Vicenza, un giovane da tenere assolutamente in osservazione. Il club biancoceleste ha infatti inviato un osservatore nella gara di venerdì scorso tra Pro Sesto e il Vicenza, valida per il Girone A di Serie C, per visionarlo da vicino. Confente potrebbe prendere il posto di Luis Maximiano già a gennaio, qualora il portoghese dovesse lasciare la Capitale.

Non capita tutti i giorni, infatti, che una società di Serie A vada a pescare calciatori in C. Troppo spesso ci dimentichiamo come i talenti crescano anche nel nostro calcio. L’italiano medio si è ormai fossilizzato sul fatto che nel nostro paese manchino calciatori di qualità. Una mala informazione ha portato a credenze errate. Il problema del calcio italiano riguarda la totale mancanza di coraggio, che porta i giovani a non essere presi in considerazione perché considerati “non pronti”. Se un calciatore non gioca non potrà mai essere pronto. Partendo da questa convinzione è inoltre sensato ammettere che i direttori sportivi guardino troppo spesso all’estero e troppo poco in Italia.

Perché è vero che il salto dalla Serie A alle categorie inferiori è molto alto. Ma questo vuol dire fino a un certo punto. Ci sono tanti giovani di talento, sia in Serie B che in C, che meriterebbero più fiducia e visibilità. Non ha senso, per lo sviluppo del nostro calcio, portare stranieri mediocri solo perché meno onerosi a livello economico, oppure perché assistiti dell’agente amico. Queste scelte sono il male del nostro movimento e dei nostri ragazzi. Ecco perché l’interessamento dei biancocelesti ad un portiere di Serie C ha un qualcosa di rivoluzionario. Ci ricorda per l’ennesima volta che il talento sta dovunque, ma non solo all’estero, quanto, soprattutto, in Italia.

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