Cresce l’ansia per il calciatore iraniano Amir Nasr-Azadani, nella lista di condannati che rischiano di essere presto mandati al patibolo
In questi giorni di festa è ancora più importante non spegnere la luce su quello che sta succedendo in Iran. La richiesta arriva dai giovani attivisti, che vivono in patria o all’estero. La rivolta, scoppiata dopo la morte a settembre della giovane Mahsa Amini vittima della violenza della polizia perché non portava il velo, non si è mai fermata.
Il mondo dello sport resta in ansia per il calciatore iraniano Amir Nasr-Azadani. Il suo nome compare in una lista di persone che presto potrebbero essere condannate a morte, secondo quanto riferiscono il gruppo di attivisti 1500Tasvir e la CNN che hanno visionato questo elenco di condannati. Alla vigilia di Natale la stessa CNN riferiva, citando un testimone oculare vicino a Nasr-Azadani, che a Isfahan, dove il calciatore è nato, è stata allestita una pedana per le impiccagioni sulla piazza Shahid Alikhani.
Nasr-Azadani è accusato di aver partecipato all’uccisione di Esmail Cheraghi, colonnello dei Guardiani della Rivoluzione islamica (Irgc), e di altre due persone, avvenuta lo scorso novembre.
Come ricostruito da Lorenzo Forlani su Ultimo Uomo, il calciatore avrebbe partecipato alle proteste anti-regime a Isfahan ma non ci sono prove della sua effettiva presenza nell’area in cui è stato commesso il delitto quando il fatto è avvenuto. Dal momento del suo arresto si sono moltiplicati gli inviti alla clemenza. Anche la FIFPro, il sindacato mondiale dei calciatori, si è schierato al fianco di Nasr-Azadani.
L’appello in diretta: “Amir-Azadani va salvato”
In Italia forte è stato l’invito dell’ormai ex presidente della Lega Pro Antonio Ghirelli, che ha anche accolto l’invito partito da Tv Play perché venisse lanciato un messaggio prima di ogni partita di Serie C nel weekend del 14-15 dicembre.
In Iran, ha detto Ghirelli nel suo intervento in diretta sul canale Twitch di Tv Play, “è in corso una repressione violenta. Amir va salvato. Possiamo unirci a quelli che provano a bucare il silenzio e la sordità con cui le autorità rispondono. Bisogna far crescere la voce per salvare Amir e tutti quelli che rischiano l’impiccagione. Si stanno eseguendo sentenze senza difesa. Il reato della guerra contro Dio prevede che non ci sia difesa”.
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Ghirelli ha chiesto una mobilitazione da parte del Governo e del Ministro dello Sport. “Possiamo spingere il Governo a muoversi concretamente – ha detto -, e coinvolgere la FIGC perché possa provare ad aprire un canale con la federazione iraniana”.
Ora il tempo stringe. Mentre in Italia si festeggia Natale, in Iran gli studenti che occupano le università, i lavoratori che scioperano, le donne che con infinito coraggio scendono in piazza, chiedono che non si spenga la luce. Perché il buio porta con sé la paura di una repressione più forte. Non possiamo, non dobbiamo lasciarli soli.