Ecco perché il soprannome della squadra più titolata, dentro i confini italiani, la Juventus, ha come simbolo la zebra
Il mondo del calcio è popolato di simboli e nomignoli. Non c’è calciatore, più o meno famoso e celebrato, e club, blasonato o no, che non abbia il suo soprannome. I recenti Mondiali in Qatar hanno visto il trionfo dell’Argentina, l’Albiceleste, di Lionel Messi, per tutti la “Pulga”, la “Pulce“.
Il singolare nomignolo dell’ex stella del Barcellona non l’unico esempio di soprannome calcistico mutuato dal mondo degli animali. La “fauna” calcistica è variegata tanto quanto la fantasia di chi ha coniato appellativi facendosi ispirare da tutte le categorie tassonomiche del regno animale.
E così si va, a titolo d’esempio, dai “Leoni dell’Atlante“, i calciatori del Marocco ammirati in Qatar dove hanno conquistato il quarto posto, prima Nazionale africana a essersi spinta così in alto in una competizione mondiale, agli “Elefanti“, il loro colleghi della Costa d’Avorio, passando per l’aquila, condivisa dal Benfica e dalla Lazio, e la gazza, simbolo ornitologico del Newcastle. Anche il minuscolo universo degli insetti ha i suoi rappresentanti: i “calabroni“, simbolo del Watford, uno dei tanti club della galassia londinese, e le “vespe” stabiesi (Juve Stabia).
Tuttavia, in Italia l’animale calcistico, e non potrebbe essere altrimenti, più noto è la zebra, soprannome che da sempre accompagna la squadra più vincente (nel nostro Paese) e con il più largo seguito di tifosi: la Juventus.
A tal proposito, vi siete mai chiesti perché mai la squadra che è la Regina, per quanto attempata (è pur sempre una “Vecchia Signora“), del calcio italiano non abbia come simbolo un animale regale, tipo il maestoso leone, non per nulla, il “Re della foresta“?
Ebbene, l’accostamento tra la Juventus e la zebra è determinato dall’analogia tra la maglia a strisce bianconere del club juventino e il manto striato dei quadrupedi africani. Del resto, i calciatori dell’Udinese, la cui casacca è omocroma (cioè, ha gli stessi colori) di quella della Juventus, sono conosciuti come “zebrette“.
Mentre il denigratorio nickname con cui gli juventini vengono apostrofati dai loro avversari, “gobbi“, in quanto troppe volte “baciati” dalla dea bendata per il tramite di arbitri compiacenti (nella tradizione popolare accarezzare una gibbosità porta fortuna), deriva in realtà dal fatto che al tempo la maglia aveva un colletto che quando gli juventini correvano si gonfiava d’aria ingobbendoli, dando cioè l’impressione che avessero la gobba.
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