La nostra intervista esclusiva a Roberto Afeltra, avvocato esperto nel ramo del diritto sportivo: un quadro della situazione sulla Juventus.
La richiesta della Procura Federale di revocazione delle due sentenze sul caso plusvalenze (dal Tribunale Federale e dalla Corte d’Appello) ha portato ulteriori incertezze sulla situazione in casa Juventus, creando apprensione quantomeno tra i suoi tifosi, per i quali la ripresa del campionato il 4 gennaio sembra quasi passata in secondo piano.
Tante le notizie rimbalzate e gli scenari paventati nelle ultime ore, dal peggiore al migliore. Ed è proprio per questa ragione che, TvPlay – nella volontà di fare chiarezza ed offrire ulteriori dettagli – ha realizzato una breve intervista con l’avvocato Roberto Afeltra. Quest’ultimo, esperto nel ramo del diritto sportivo, ha dunque chiarito che – per ora – la situazione del club non sembra essere precipitata. Anzi, gli elementi oggi a disposizione fanno credere che la vicenda – dal punto di vista sportivo – possa concludersi con un esito neanche poi così negativo per la società.
Afeltra in esclusiva sul “caso plusvalenze”: il grosso rischio della Procura Federale
“La richiesta di revocazione della Procura Federale deve ancora superare il vaglio di ammissibilità della Corte Federale d’Appello. Le sentenze di assoluzione – stanti i principi costituzionali del divieto di doppio giudizio – non sarebbero revocabili”. Il punto chiave, si ricorda, è stabilire dunque l’illiceità dei criteri di ammortamento (per gli stipendi dei giocatori) e della valutazione dei beni immateriali. Eppure, i recenti avvenimenti vengono in aiuto della Juventus, secondo Afeltra.
“Si chiede quindi una revocazione parziale in merito alle plusvalenze nei bilanci 2019-20 e 2020-21. Ma il problema diventa di minore importanza in quanto la Federcalcio ha avviato un’indagine per le plusvalenze della stagione 2021-22, che può andare avanti per la sua strada, tanto che si apre ora un nuovo filone”.
“Il punto”, ha dunque continuato, “è che il GIP di Torino ha già bollato come carente il materiale istruttorio in materia delle plusvalenze. Ed ha anche definito come “in buona fede” il comportamento della Juventus. Per essere condannati in sede sportiva, in effetti, non c’è bisogno di dolo, ma basta la colpa. Questa, però, si esclude accertando la buona fede. Dunque, sul fronte plusvalenze – né nel processo nuovo né nella revocazione del precedente – non credo che la Procura Federale potrà avere ragione“.
Afeltra a TvPlay: “Ci sarà una sanzione sulla ‘manovra stipendi’”
Lo scenario della retrocessione, o addirittura della radiazione, invece, si lega all’ormai famigerato articolo 31 del Codice della Giustizia Sportiva. Afeltra, d’altronde, ha confermato che a tale condanna si arriverebbe solo con l’utilizzo comprovato di espedienti senza i quali la Juventus non avrebbe potuto iscriversi al campionato, come ricordato anche dal comma 2 dell’art. 31.
“Secondo me non si arriverà a questo – ha spiegato l’avvocato -. La questione è che, per la “manovra stipendi”, il club ha fatto ricorso a scritture private con i calciatori non depositate in FIGC o in Lega“. Infrazione che è menzionata invece nel comma 1 del sopracitato art. 31: “Questa infrazione viene punita attraverso una diffida con ammenda, che a mio avviso verrà irrogata”.
Oltre a questo, però, le scritture private con i giocatori non sembrano poter avere un ruolo che possa mettere a rischio la posizione della Juventus. “Nel Contratto Collettivo di Lavoro, non c’è scritto nulla che vieti una rateizzazione, la rinuncia o il pagamento successivo degli stipendi. Per cui, non vedo illiceità nelle scritture private“.
Per di più, anche quanto emerso dalle dichiarazioni rilasciate dai giocatori sembra andare in questa direzione: “Si erge che loro non abbiano avuto i soldi nel periodo in cui avevano fatto uscire il comunicato della rinuncia alle mensilità”. Un fatto che non crea dunque alcuna discrepanza, secondo Afeltra, tra “quanto dichiarato come incassato e l’incasso effettivo“. Una ragione rende l’accusa di falsa comunicazione (in relazione alla quotazione della società piemontese in Borsa) “un falso innocuo quando si ha la prova che in quel bilancio i calciatori non hanno ricevuto i soldi“.
Gli altri club coinvolti: la questione ammortamenti è decisiva
In ultimo, non bisogna dimenticare che la richiesta di revocazione della Procura Federale ha incluso anche tutti quei club che hanno avuto rapporti con la Juventus: Pescara (il cui presidente è stato intervistato nella diretta Twitch di ieri), Empoli, Pisa, Parma, Genoa, Pro Vercelli, Sampdoria e Novara. Entrato nel merito, l’avvocato Afeltra ha dunque ben delineato la situazione.
“Il destino di questi club non è per forza legato ai bianconeri. Lo è certamente per quanto riguarda l’utilizzazione dei diritti sportivi, ma gli ammortamenti non li ha fatti la Juventus. E se anche i suoi si ripercuotessero, così come i beni immateriali, sulle altre società, il club potrebbe comunque aggrapparsi al divieto di doppio giudizio per uno stesso potenziale reato”.