Nuovi sviluppi del caso “plusvalenze” che vede coinvolta la Juventus. Cambieranno le conseguenze per il club bianconero?
Non c’è pace per la Juventus, neanche a Natale. Se sul campo, viste le due vittorie nei due test andati in scena nei giorni scorsi, contro l’Arsenal e il Rijeka, la situazione sembra normalizzarsi, la bufera giudiziaria che ha travolto la Juventus non accenna a perdere d’intensità.
Nuovi sviluppi del filone plusvalenze rischiano di cambiare le carte in gioco. Ai sensi dell’art.63 del Codice di Giustizia sportiva la Procura Federale ha inoltrato l’istanza di revocazione della sentenza di assoluzione della Corte d’Appello Federale nell’ambito del processo sportivo sulle presunte plusvalenze fittizie.
Richiesta motivata, secondo la Procura, secondo quanto riportato dall’edizione de “La Gazzetta dello Sport” in edicola oggi, dalla “sopravvenienza di elementi di prova nuovi che dimostrano e corroborano la sussistenza degli illeciti disciplinari“ i quali, se portati a conoscenza del collegio giudicante, “avrebbero fornito solida base per ritenere raggiunta la prova degli illeciti contestati“.
Comunque, nel mirino del Procuratore Giuseppe Chiné non solo la Juventus, i suoi ex vertici, Andrea Agnelli e Pavel Nedved, Federico Cherubini, Direttore sportivo bianconero tuttora in carica, ma anche gli altri club, Sampdoria, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara, coinvolti nel suddetto processo.
Plusvalenze Juventus, le possibili conseguenze: dalla penalizzazione alla retrocessione
I nuovi elementi probatori, intercettazioni telefoniche, ambientali, comunicazioni informatiche e documenti manoscritti, sono emersi dall’analisi delle 14 mila pagine dell’inchiesta della Procura della Repubblica trasmesse alla Procura Federale che, come si legge nelle 106 pagine del ricorso, “dimostrano l’esistenza di un sistema, di un’organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economiche-finanziarie“.
Accusa pesante quella della Procura Federale che ritiene dimostrato l’illecito disciplinare. Ma cosa rischia la Juventus? Nel caso in cui il club bianconero venisse condannato non per irregolarità gestionali, le cui sanzioni sono ammende e squalifiche, ma per “doping finanziario“, alterazione dei conti per essere in regola con i parametri per l’iscrizione al campionato, la sanzione va da quella minima, la penalizzazione, alla retrocessione anche se quest’ultima ipotesi appare molto remota per la Juventus.
In pratica, tutto dipende dal fatto se le plusvalenze sospette, per la Procura di Torino 156.143.000 per i tre esercizi di bilancio contestati, per la Consob 60.376.449 per 2021-2022, sono state determinanti per l’iscrizione al campionato. Comunque, ora la palla passa alla Corte Federale d’Appello che ha 30 giorni di tempo per calendarizzare l’udienza. Dopodiché, indipendentemente dall’ammissibilità della richiesta di revocazione, si aprirà il processo che sin dalle prime battute coinvolgerà tutte le parti in causa.