Anche Sarri resterebbe spiazzato dalle parole del dirigente dello Shakhtar Donetsk: la rivelazione sul trasferimento di Marcos Antonio.
Marcos Antonio è stato uno dei colpi della scorsa estate della Lazio. Per settimane la squadra biancoceleste ha curato l’operazione, fino a concluderla e portare a Roma il gioiellino brasiliano dello Shakthar Donetsk.
Classe 2000, mediano dotato di un’ottima tecnica e dalle ottime prospettive, Marcos ha giocato egregiamente in Ucraina, riuscendo ad attirare l’attenzione globale per le sue buone prestazioni. Eppure, i dirigenti del club di Donetsk non erano affatto convinti del trasferimento in Italia e glielo avevano anche detto. Forse Marcos Antonio avrebbe dovuto ascoltarli…
Marcos Antonio già bocciato? Ecco perché non doveva andare alla Lazio
Nei primi mesi in Italia, il centrocampista della Lazio ha trovato pochissimo spazio. Infatti, Sarri l’ha impiegato solo 265 minuti in campionato e 143 minuti in Europa League (2 presenze da titolare ed una da subentrato). Insomma, un magro bottino finora. Marcos Antonio sta cercando di sfruttare la sosta per il Mondiale per stupire il proprio tecnico, ma servirà determinazione e un pizzico di fortuna per sovvertire le gerarchie del tecnico.
Il mediano numero 6 biancoceleste, però, era stato avvertito dai dirigenti dello Shakhtar, come rivelato dal vice ds Carlo Nicolini ai microfoni di Calciomercato.it su TvPlay: “Dodo e Marcos Antonio sono forti e arriveranno a giocare ad alto livello. I club però devono avere la pazienza di farli crescere – sostiene il dirigente, svelando di aver parlato con i diretti interessati – Avevamo detto a loro due che non era il momento giusto per partire, però poi purtroppo è successo quel che è successo”.
Dunque, anche a causa della guerra, i due ex Shakhtar hanno lasciato l’Ucraina per cercare una meta più pacifica e avere la possibilità di crescere calcisticamente. Mentre Marcos Antonio ha trovato meno spazio del previsto, Dodo è riuscito a rientrare nei piani di Italiano senza troppe difficoltà. Le prestazioni, però, sono state troppo altalenanti.