Paulo Dybala fa gioire i tifosi della Roma e soprattutto quelli dell’Argentina: campione del mondo in carica e due dettagli sulla Joya. Cosa emerge dai Mondiali di Qatar 2022.
Dybala ha concluso da vincitore i Mondiali con l’Argentina che batte e festeggia la vittoria ai rigori. Un match a dir poco incredibile quello giocato contro la Francia. Tanti gol e una chance praticamente sopraggiunta a tempi supplementari in corso. La forza di non mollare, saper approfittare di quelle poche occasioni, alla fine il trionfo e una responsabilità che vale tantissimo.
Paulo Dybala tornerà a Roma da campione del mondo in carica e questo non può che far sorridere i tifosi giallorossi. Certamente il suo apporto non è stato continuo e a lunga gittata in termini di minuti giocatori, ma bastano veramente poche cose per ricordare quanto accaduto nella notte di Doha.
Mondiali, Dybala campione e la Roma festeggia: cosa dicono i numeri sul giocatore dell’Argentina
Il commissario tecnico Lionel Scaloni lo ha fatto entrare a gara praticamente conclusa per calciare uno dei rigori della finale che ha sancito la vittoria. Pochi scampoli di gara, soltanto 17 i minuti giocati durante i match contro Croazia (16′) e Francia (1′), poi via ai penalty decisivi. Una responsabilità non da poco che la Joya ha trasformato superando Lloris.
Il secondo penalty della serie argentina ha visto Dybala davanti a migliaia di persone nello stadio e a milioni che hanno atteso anche quel rigore per gioire. Momento decisivo per l’attaccante che aveva infatti portato in vantaggio l’Albiceleste dopo l’errore dal dischetto compiuto da Coman. Da lì è partita la corsa verso il titolo di campione del mondo, Montiel ha completato l’opera.
Era reduce da un infortunio e quindi giunto in Qatar in condizioni non così ottimali. Lo scorso 9 novembre si era infatti infortunato dopo un rigore calciato contro il Lecce. Dybala è diventato una seconda linea per sostituire all’occorrenza Messi, calciatore protagonista assoluto del torneo, da qui le poche possibilità di mettersi in mostra. Basta però un rigore decisivo per dimenticare tutto, cosa comunque ampiamente prevista sin dalle prime battute del torneo.