Addio Mihajlovic, l’ipotesi è raggelante: “Bisogna indagare”. La scomparsa per certi versi improvvisa dell’ex allenatore serbo apre inquietanti interrogativi
Il mondo del calcio, in particolare quello italiano, piange da oltre 48 ore la scomparsa di un suo grande protagonista, Sinisa Mihajlovic. L’ex giocatore e allenatore serbo è infatti scomparso venerdì pomeriggio mentre era ricoverato da qualche giorno in una nota clinica romana. Un epilogo tragico che ha sconvolto tutti gli appassionati di calcio e colpito nel profondo i suoi affetti più cari.
Sinisa Mihajlovic lottava da tre anni con tutte le sue forze contro una delle malattie più spietate e devastanti, la leucemia mieloide. Dopo l’esito sorprendentemente favorevole del trapiano di midollo osseo, anche i medici erano discretamente ottimisti in merito a una possibile guarigione definitiva. Purtroppo non è stato così, il male è tornato a farsi vivo e in forma molto più aggressiva.
E ora il drammatico epilogo che ha ferito profondamente l’intero mondo del calcio e non solo. Migliaia di tifosi delle squadre in cui Mihajlovic ha militato, sia da giocatore che da tecnico, sono andati a portargli un ultimo saluto nel corso dell’intera domenica alla camera ardente allestita in Campidoglio, la sede del Comune di Roma. Tra questi anche il presidente biancoceleste, Claudio Lotito.
Il numero uno del club capitolino, apparso particolarmente provato e commosso, soffermandosi qualche minuto con i giornalisti presenti, ha espresso una sua preoccupazione destinata però ad aprire inquietanti interrogativi: “Sinisa era un caro amico e per noi è un esempio di dignità e di forza. Penso però che sia quanto meno doveroso approfondire alcune tematiche“.
Lotito ha poi chiarito meglio il senso del suo ragionamento: “Ricorrono troppo spesso alcune malattie che potrebbero essere legate al tipo di stress e di cure. Mi risulta che anche Vialli stia male. Stiamo parlando del nulla, non c’è nessun discorso scientifico, certo ci dobbiamo porre l’interrogativo sul perché accadono queste cose in modo ricorrente“.
Secondo il patron della Lazio, sarebbe dunque opportuno indagare sulle cause di certe malattie che su atleti professionisti non dovrebbero attecchire: “Mi auguro non ci sia nessun nesso però ci dobbiamo porre degli interrogativi a 360° per approfondire alcuni tipi di malattie che cominciano a essere numerose nel nostro mondo“.
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