Strazio e sgomento per l’addio a Sinisa Mihajlovic. Un lottatore che ci ha insegnato a non mollare mai, nonostante le difficoltà della vita.
E’ una giornata molto triste. Un venerdì qualunque, per molti di noi, tranciato da una terribile notizia, quella che tutti gli appassionati di calcio speravano di non dover mai sentire. Fredda e glaciale come non mai è purtroppo arrivata. Sinisa Mihajlovic non c’è più.
L’allenatore serbo è scomparso quest’oggi a Roma, dopo un repentino aggravarsi delle sue condizioni di salute dovute alla leucemia con la quale lottava dal 2019.
Una notizia che strazia qualunque tifoso e uomo di calcio, senza divisioni di bandiera, e che rappresenta il congedo finale di un leone. Lui che ha lottato con coraggio, determinazione e forza; lui che ha dimostrato al mondo intero cosa significhi non mollare mai.
Mihajlovic, grazie di tutto
Il coraggio, soprattutto al cospetto di una malattia infima e meschina, è la prima ragione che spiega l’amore che lo rincorre adesso, nelle reazioni che attraversano il Paese, le chat tra amici, gli appassionati di calcio. Incredulità, smarrimento e dolore sono le emozioni che, per forza di cose, ci hanno investiti, come un fulmine a ciel sereno. Le novità degli ultimi giorni non facevano presagire nulla di buono, è vero, ma quando si ha a che fare con un lottatore come Mihajlovic tutto può succedere e nulla va dato per scontato.
Nel suo addio, Mihajlovic ha avuto accanto a sé il bene maggiore che ha accompagnato la sua vita: la famiglia. È stata la prima in questi anni a fare fronte a tutto. Dal dolore alla speranza, alla fiducia dopo l’operazione nel 2019 e all’ultima ricaduta. Un sali scendi di emozioni, un esserci sempre, nonostante tutto. Sono stati anni complicati e difficili, per lui, come per il suo Bologna, città e società che l’hanno accolto in punta di piedi ad inizio 2019 e che l’hanno accompagnato nelle sfide più ardue che la vita gli ha voluto riservare.
Dopo la separazione dalla sua città adottiva, avvenuta ad inizio settembre, Sinisa ha continuato a lottare come un leone lontano dai riflettori. Ha creduto e sperato fino alla fine di tornare su quei campi da calcio che l’hanno visto crescere e diventare un campione con il pallone tra i piedi. Alla ricerca di quella serenità persa all’improvviso in quella calda estate del 2019, dove per annunciare al mondo la sua malattia, ha saputo mettere a nudo paure e timori, come solo un grande uomo sa fare.
E allora noi continueremo a conservare il tuo insegnamento, Sinisa. Ad affrontare con coraggio e determinazione le prove che la vita ci potrà riservare, perché in fondo è giusto così. E in ogni pallone che rotolerà su quel rettangolo verde che ti ha fatto sognare, terremo vivo il tuo ricordo.
Ciao Sinisa.