Mourinho nome primario per la panchina del Portogallo: la Federazione insidia lo Special One che potrebbe anche cedere. La situazione.
Una Nazionale è il sogno di tutti, perlomeno di chi inizia a calcare – e vincere – su panchine diverse. In tutta Europa e non solo. A maggior ragione diventa intrigante se quella panchina arriva dalla Nazionale che ti ha fatto – e ti fa battere – il cuore sin da bambino. José Mourinho è nato con il Portogallo cucito addosso, non solo per questioni territoriali. Lo Special One, da Setubal, prima di essere un vincente resta un sognatore. Uno di quelli che gioca per emozionarsi: l’ha fatto alla Roma, una piazza dove si può costruire qualcosa, “Non è una squadra, è una famiglia”, figuriamoci se non lo fa in Portogallo.
Inutile dire che l’allenatore è intrigato dall’idea di essere C.T. La Federazione ha pensato a lui per sostituire Fernando Santos. Ci sono dei sondaggi: chiacchiere informali, per capire che aria tira. Mou è tornato a Roma, ma fino a qualche giorno fa era proprio in Portogallo. Casa, patria, tutto e si è parlato – fra le altre cose – anche di questo. Mourinho accetterebbe. Impossibile negarlo, infatti nessuno si nasconde dietro un dito, ma dietro una firma sì. Lo Special One è romantico, sognatore, ma soprattutto coerente: ha un contratto in essere fino al 2024 con la Roma e intende rispettarlo. Questo ha sempre detto.
Mourinho C.T., il Portogallo ci pensa: gli scenari
Fino ad ora non ha mai dato prova di tradire la sua parola: anche con l’Inter – altra squadra italiana che l’ha reso grande – ha fatto lo stesso. È rimasto fin quando non ha esaurito le possibilità del progetto, ma ha parlato chiaro. Dopo Madrid 2010 i nerazzurri sapevano che in Spagna ci sarebbe rimasto. Motivo del pianto a dirotto quando ha abbracciato Massimo Moratti. Era finita un’epoca.
Successivamente ne sono arrivate altre, ma sempre con lo stesso modus operandi. Mourinho con la Roma ha appena cominciato, dopo un primo trofeo vorrebbe consolidare il progetto. Per questo l’ipotesi Portogallo è viva, ma il tecnico non prende subito una decisione che in altre situazioni parrebbe scontata. Allora la Federazione vaglia anche Paulo Sousa, ex Fiorentina, ma il primo nome resta l’ex Inter. Sperando nell’eccezione che confermi la regola: i più grandi si fanno (quasi) sempre attendere. I portoghesi confidano in quel ragionevole dubbio.