Nesta, la confessione dopo 20 anni: “Era un incubo! Non riuscivo a dormire”

La confessione di Alessandro Nesta dopo circa vent’anni dal rumoroso addio: perché l’ex Campione del Mondo non riusciva a dormire.

Tra i protagonisti del Mondiale in Germania c’era anche Alessandro Nesta, che ha iniziato il torneo da titolare, salvo poi infortunarsi ai gironi e lasciare spazio ai compagni di squadra. Per anni è stato definito come uno dei migliori centrali d’Italia, ma i problemi fisici hanno sicuramente frenato la sua ascesa.

Alessandro Nesta, ex calciatore della Lazio
Alessandro Nesta e il suo “incubo” (TvPlay.it)

Nel corso della sua lunga carriera, Nesta ha indossato solo quattro maglie diverse. Ha iniziato a giocare nelle giovanili della Lazio, fino a salire in prima squadra e restarci per nove stagioni di fila. Il centrale avrebbe voluto proseguire la sua carriera a Roma, ma la società fu costretta a venderlo al Milan e scoppiò un secondo amore con i colori rossoneri. A Milano continuerà ad alzare coppe e vincere importanti titoli, tra cui due Champions League.

A distanza di vent’anni da quel trasferimento dalla Lazio al Milan, Alessandro Nesta ha rivelato che prima di alcune partite non riusciva proprio a dormire. Era diventato un vero incubo!

Nesta e il derby di Roma: “Non dormivo la notte prima”

Alessandro Nesta in Lazio-Roma
Perché Nesta non dormiva prima del derby contro la Roma (ANSA)

Era l’estate del 2022 quando Alessandro Nesta lasciò Roma per Milano, direzione AC Milan. Del periodo in biancoceleste, l’ex difensore non dimenticherà mai i derby disputati: “Sono state delle grandi partite, ma dipendeva molto da quale maglia indossavo: quando giocavo alla Lazio il derby era un incubo – sveva ai microfoni della Lega Serie A – Iniziai a giocare in biancoceleste quando avevo 8 anni e inevitabilmente sono cresciuto con il derby in testa, anche a livello giovanile“.

Poi il classe 1976 prosegue: “Quel derby di Roma era sentitissimo. Io onestamente la notte prima facevo veramente fatica a dormire“. La pressione della piazza, di un’intera città, non è cambiata in vent’anni. Ma al Milan le cose cambiarono: “Quelle partite me le godevo molto di più, perché sfidavo grandi campioni e amici come Totti e De Rossi e non le sentivo come prima“.

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