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Livakovic, dall’università alla passione per il basket: il curioso passato del portiere della Croazia

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Matteo Sfolcini

Dominik Livakovic è finora il miglior portiere dei Mondiali 2022: il curioso passato dell’eroe inaspettato della Croazia in Qatar.

La Croazia è arrivata alla semifinale dei Mondiali soprattutto grazie a Dominik Livakovic, una delle grandi rivelazioni in Qatar. Il portiere è stato assoluto protagonista nei successi ai rigori contro Giappone e Brasile, diventando l’eroe inaspettato di una Nazionale che può ancora sognare la coppa. La sua storia è molta curiosa e nasconde un passato che poteva veramente essere lontano dal calcio.

Il curioso passato di Dominik Livakovic

In pochi avrebbero creduto che la Croazia, dopo la finale persa a Russia 2018, potesse ripetersi anche nella successiva rassegna iridata. A questo punto quello di quattro anni fa non può considerarsi soltanto come un exploit perché questa Nazionale sta dimostrando di poter competere ancora contro tutte le grandi.

L’ultimo ostacolo prima di prendersi un’eventuale rivincita contro la Francia sarà l’Argentina di Lionel Messi che finora nessuno è riuscito a fermare in questa competizione. Ci proverà Dominik Livakovic, finora il miglior portiere dei Mondiali dove sta mettendo in mostra tutte le sue qualità a discapito di un nome prima già sentito soltanto da pochi appassionati.

Livakovic sulle orme di Subasic: chi è il muro della Croazia

Chi è Dominik Livakovic, il portiere della Croazia

La Croazia non è arrivata nuovamente tra le prime quattro del Mondiale per caso. Nonostante qualche illustre addio l’ossatura della squadra è rimasta la stessa come il ct Dalic in panchina a guidare una Nazionale ricca di talento e illuminata dal genio di Luka Modric. Nella formazione titolare però sono stati promossi diversi giocatori come Dominik Livakovic, riserva di Subasic in Russia prima di ereditare il suo posto dopo il ritiro.

Il classe ’95, ormai non più giovanissimo, ha una storia molto particolare alle spalle e finora non è mai uscito dai confini nazionali. Dal 2016 è il numero uno della Dinamo Zagabria, squadra più importante e titolata in patria, dove è il terzo calciatore con più presenze (262) della storia del club. Insomma un’icona da quelle parti ma, alla luce delle mostruose prestazioni in Qatar, è strano che nessuno si sia accorto prima del suo talento.

Livakovic: tutto quello che non sai sul portiere della Croazia

Ora è fin troppo facile pensare che diventerà un uomo mercato e teoricamente si è meritato il grande salto nei maggiori campionati d’Europa. In attesa di conoscere il futuro però andiamo a ripercorrere un passato curioso dove il calcio non era l’unica ragione di vita e ha rischiato di non diventare la sua professione. Il destino infatti sembrava portarlo verso il basket, praticato fin da bambino anche per una stazza non indifferente e di cui era molto appassionato.

Poi però ha scelto di abbandonare la palla a spicchi e, giocando sempre con le mani, mettersi tra i pali di una porta. Il 27enne però faticava a sfondare e a un certo punto, provando a seguire le orme del padre Zdravko (per otto anni segretario al Ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture della Croazia), decise di iscriversi all’università per avere un’alternativa. Nello specifico si immatricolò alla facoltà diplomazia e relazioni internazionali ma, fortunatamente visto chi è diventato, ha dovuto lasciare presto gli studi perché finalmente sono iniziate ad arrivare le meritate chiamate fino a diventare un eroe per il proprio paese.

Matteo Sfolcini

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