La storia e le curiosità su Walid Regraoui, il ct del Marocco prima nazionale africana ad aver raggiunto la semifinale ai Mondiali
“Quando guardi Rocky, fai il tifo per lui perché è quello che viene dai bassifondi. Ecco, noi siamo il Rocky dei Mondiali“. Parola di Walid Regraoui, ct del Marocco, scelto al posto di Walter Mazzarri per prendere il posto di Walid Halilhodzic a meno di un mese dal Mondiale.
Il Marocco, prima nazionale africana in semifinale ai Mondiali, prima di questa edizione non vinceva una partita in Coppa del Mondo dal 1998. L’anno in cui iniziava la carriera da professionista di Regraoui. Buon terzino destro, fino a quel momento era soprattutto l’enfant prodige di Corbeil-Essonnes, cittadina di 50 mila abitanti dove è nato e ha cominciato a giocare nel settore giovanile. Qui lo scopre nel 1994 un altro che come lui aveva completato tutta la trafila del vivaio dell’AS Corbeil e in quel momento allenava la prima squadra. Si chiama Rudi Garcia. Quel Rudi Garcia, il futuro allenatore della Roma.
Chi l’ha conosciuto allora, racconta che Walid era uno di quei calciatori che respirano calcio. Assorbe il meglio da tutte le esperienze, da ogni allenatore che incontra. Mostra intelligenza e attenzione anche alle questioni tattiche: qualità che gli torneranno utili.
Da Corbeil, scala le categorie del calcio francese. Dopo il Corbeil gioca nell’RC Paris nel National, la terza divisione, poi arriva fino alla Ligue 1 grazie alle esperienze con Tolosa e Ajaccio. In quegli anni diventa un punto fermo della nazionale. Nel 2004 perde con il Marocco una dolorosa finale di Coppa d’Africa, ma viene scelto come terzino destro nella formazione ideale della manifestazione e raggiunge il punto della carriera da giocatore. Si trasferisce infatti al Racing Santander, nella Liga spagnola, dove resterà fino al 2007, e sfiderà Zidane, Ronaldo, Messi, solo per fare qualche nome.
Walid Regraoui, il ct last minute eroe del Marocco
Anche la sua carriera da allenatore ha qualcosa del Rocky Balboa portato al cinema da Sylvester Stallone. In pochi credono in lui, all’inizio. Addirittura nel 2014, all’inizio della sua esperienza con la squadra marocchina del Fath Union Sport (FUS) di Rabat, sono i suoi stessi tifosi che non lo vogliono. Come racconta la rivista francese So Foot, i sostenitori del FUS scrivono ai dirigenti del club per chiedere che sia allontanato. Secondo loro è troppo inesperto, porterà il club alla rovina.
Il club resiste e nel 2016 il FUS, con il settimo budget della lega, vince per la prima volta il campionato marocchino. Regraoui conquista anche una coppa nazionale, poi accetta l’offerta del club qatariota Al-Duhail, con cui vince il campionato. Rimane in Qatar una sola stagione, per rientrare in Marocco nell’estate del 2021. Sarà la sua stagione migliore, in cui firma la doppietta campionato-Champions League africana con il Wydad Casablanca.
In patria lo hanno accostato a Guardiola e a Mourinho. Regraoui ammira anche Simeone e Ancelotti, ma non vuole paragoni. Non si specchia in nessun allenatore. Nel tempo, ha detto alla FIFA, ha imparato ad adattare le sue idee al potenziale della squadra, alle situazioni di gioco, abbandonando una visione molto più mirata al mantenimento del possesso e a un pressing ad alta intensità.
In otto anni di carriera, Regraoui è riuscito a far cambiare radicalmente idea ai tifosi. Se nel 2014 al FUS lo vedevano come la possibile rovina del club, un mese fa tutto il movimento calcistico marocchino lo voleva alla guida della nazionale. Sono giorni convulsi. Halilhodzic, che ha qualificato il Marocco ai Mondiali, viene esonerato. Gli era successo con la Costa d’Avorio nel 2010 e il Giappone nel 2018. La Federazione contatta Regraoui, ma intanto tratta con Walter Mazzarri. Sembra fatta, ma le clausole sono troppe e la trattativa si interrompe.
E’ Regraoui l’uomo giusto, per tutti. Con lui, pensano, finirà il gioco sterile di cui la stampa accusava Halilhodzic. E soprattutto finiranno le discussioni con le stelle come Hakim Ziyech, che aveva detto addio con la nazionale per problemi con il vecchio allenatore. Regraoui fa quello che gli riesce meglio, quello che i Rocky di tutto il mondo non smettono di fare. Ribalta i pronostici e supera le aspettative.