Come nel 2018, De Laurentiis non interverrà sul mercato di riparazione del Napoli: ma ora Spalletti è una sicurezza, mentre Sarri…
Il Napoli non interverrà sul calciomercato, al netto di inaspettati stravolgimenti e occasioni uniche che possono verificarsi a gennaio. La formazione partenopea è prima in classifica, a più otto dal Milan secondo. Mancano ancora quattro gare al termine del girone d’andata e al ritorno in campo comincerà un nuovo campionato, a causa della lunga sosta per il Mondiale.
Le big di Serie A ripartiranno dai blocchi di partenza più o meno sullo stesso piano. Certamente la rosa del Napoli è competitiva e ci si aspetta molto dall’organico allenato da Spalletti anche nell’anno nuovo. Tuttavia, non sono da meno le formazioni di Milan, Inter e soprattutto Juventus, che riabbraccerà finalmente Chiesa e Pogba. Ma ciò che è successo fino a novembre sarà inevitabilmente cancellato e dal 2023 bisognerà ritrovare nuovi equilibri in campo.
Il Napoli, però, sembra non voler modificare assetto e calciatori in rosa, nella speranza che gli stessi 23-24 ragazzi utilizzati da mister Spalletti possano ripetere le stesse prestazioni dei primi tre mesi. E così, De Laurentiis non interverrà sul mercato, proprio come nel 2018. Ma le differenza con la squadra di Sarri sono troppe: ecco perché (forse) il Napoli farà bene a non acquistare alcun calciatore.
Napoli, niente acquisti a gennaio: Spalletti come Sarri, ma c’è una differenza
Nel gennaio 2018, il club azzurro acquistò solo Machach (inutilizzato da Sarri) e cedette Maksimovic e Giaccherini. La rosa non era lunga all’epoca e il mister era praticamente abituato ad utilizzare i soliti 14-15 fidati, senza stravolgere troppo la formazione. Una mossa che però non ha pagato, nonostante i novantuno punti raggiunti al termine della stagione, con lo Scudetto solo sfiorato.
Al termine del mercato invernale, De Laurentiis rivelò che la squadra, prima in classifica, non avrebbe dovuto riparare nulla. In quella sessione Verdi e Politano (poi acquistati dalla società successivamente) erano stati vicinissimi a vestire la maglia partenopea, salvo dietrofront inaspettati. Nessuno in società si strappò i capelli per quei trasferimenti saltati, convinti che la rosa allenata da Sarri potesse raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.
Oggi le cose sono cambiate tantissimo. Innanzitutto, non si gioca più con soli tre cambi, ma ci sono le cinque sostituzioni che fanno la differenza. Oltretutto, Spalletti ha il merito di utilizzare l’intero organico a disposizione, alternando soprattutto le pedine offensive. Ruotare gli elementi, metterli tutti in condizione di giocare bene e renderli partecipi del progetto ha aiutato il Napoli ad essere il vero protagonista della Serie A per il secondo anno di fila, nonostante le partenze di Mertens, Koulibaly e Insigne.
Nel dettaglio, gli attuali attaccanti azzurri hanno accumulato tutti tanti minuti (nessuno più di 1000 in campionato), riuscendo a fare la differenza ogni qualvolta chiamati in causa. A centrocampo, invece, c’è un leggero sbilanciamento. Lobotka, Zielinski e Anguissa sono i titolari, ma Elmas e Ndombele offrono il loro contributo molto più di quanto uno possa pensare. E l’allenatore crede nelle potenzialità del macedone (20 presenze, al pari di Kim Min-Jae) e del francese, con quest’ultimo pronto a ritagliarsi tanto spazio nella seconda metà della stagione. In altre parole, la rosa è molto lunga e non vi è in effetti la necessità di intervenire sul mercato di riparazione. D’altronde – è il caso di dirlo ora – cosa c’è da riparare in una formazione imbattuta in campionato e con già 57 gol fatti in 21 partite?