Biraschi e Viviano hanno esaltato in diretta a TvPlay l’assist no look di Messi a Molina per l’1-0 di Argentina-Olanda.
Nel primo tempo del quarto di finale Argentina-Olanda ai Mondiali in Qatar, Leo Messi ha toccato venti palloni. Dei ventidue in campo, solo due sono stati meno coinvolti nel gioco: il portiere della nazionale Albiceleste Martinez e l’attaccante Oranje Steven Bergwijn. Ma con uno di quei venti tocchi Messi traccia un capolavoro, un assist “no look” a Molina che segna il gol dell’1-0.
“E’ un pallone incredibile” ha detto il portiere del Karagumruk Emiliano Viviano a calciomercato.it in onda su Twitch TvPlay, “una cosa che si fa giocando alla Playstation in campo largo“. Secondo Viviano, con azioni di questo genere Messi “si conferma come il giocatore più forte del mondo”, “un extraterrestre”.
L’aspetto che più colpisce nello sviluppo dell’azione è che Messi non guarda mai Molina. La Pulga riceve il pallone proprio dall’ex Udinese. In quel momento ci sono sei maglie arancioni tra lui e la porta, distante una cinquantina di metri.
Biraschi a Tv Play: “La giocata di Messi è indecifrabile”
Gradualmente Messi si accentra da destra, continuando a guardare verso il centro del campo, poi disegna un perfetto filtrante che passa tra le gambe di Ake e raggiunge in area Molina, che poteva solo sentire ma non vedere.
“Il suo corpo era tutto orientato a sinistra, invece l’apertura la fa a destra e la gente non è pronta a queste cose qua. I giocatori sono abituati che se il corpo è orientato a sinistra la palla va a sinistra, la giocata così è indecifrabile” ha spiegato l’ex difensore del Genoa Davide Biraschi, oggi compagno di squadra di Viviano al Karagumruk, su Twitch TvPlay.
Guardiola racconta la Pulga: l’importanza dello scanning
Ma l’assist di Messi non è frutto solo del suo immenso talento tecnico. Non basta avere la sensibilità, la tecnica, per mettere con i piedi il pallone dove altri non riuscirebbero a mandarlo con le mani. Un passaggio così richiede una combinazione di pensiero e azione tale da far pensare che Messi abbia gli occhi anche dietro la testa.
In realtà la testa e gli occhi li usa, costantemente, per capire, vedere, cosa succede in campo. Lo spiega Pep Guardiola, in un video di qualche anno fa più volte condiviso sui social e su YouTube negli ultimi giorni.
Quando sembra fuori dalla partita, quando cammina e si direbbe stia trotterellando per il campo lontano dall’azione, Messi è in costante movimento. “Si guarda intorno, è costantemente dentro la partita. Muove in continuazione la testa: destra, sinistra, sinistra, destra” dice il tecnico catalano, oggi al Manchester City, che ha reinventato con lui e per lui il ruolo di centravanti di movimento al Barcellona. E l’ha reso il “falso nove” che ha cambiato la storia recente dei blaugrana con un impatto ancora visibile nelle tendenze del calcio mondiale.
“Sa esattamente cosa sta per succedere, e la sua testa continua ad andare da una parte all’altra. Non si ferma mai. Non corre, ma ha sempre gli occhi su cosa sta per succedere in campo” spiega Guardiola.
Senza questa capacità di scanning, di avere sempre negli occhi e nella testa la mappa del campo e dei movimenti, dei compagni e degli avversari, l’assist a Molina non è pensabile. Senza questa capacità, i difensori non possono anticiparne le mosse. Perché semplicemente una giocata così, senza un approccio così, non è immaginabile.