La collocazione invernale dei Mondiali non dispiace ai vertici della FIFA: le motivazioni sono chiare, anche se i rischi sono dietro l’angolo.
L’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar ha fatto discutere per 10 anni, e le polemiche non si sono di certo placate a competizione iniziata. Basti pensare che l’ex presidente FIFA in persona, Sepp Blatter, si è detto pentito della scelta. Che ha obbligato soprattutto FIFA e UEFA a rivedere anche i calendari internazionali, scoprendo il fianco ad altre critiche, da allenatori e presidenti dei club.
Ora che la rassegna iridata volge però al termine (mancano nove giorni alla finalissima), un primo reale bilancio è possibile. Il campo, infatti, ha dato degli spunti, sul quale innestare una riflessione, che spesso non si vedono in un Mondiale nella sua veste classica, quella estiva. E tra i vertici della FIFA c’è chi sponsorizza la collocazione invernale adducendo ragioni ben chiare.
Mondiali a dicembre? Può accadere di nuovo: l’ipotesi rivoluzionaria
In un’intervista concessa a L’Équipe, la tematica è stata affrontata dal membro del Comitato FIFA Arséne Wenger, che ha esposto la sua idea sul futuro del calcio ed in particolar modo dei Mondiali. “Tutti i partecipanti si sono avvicinati al torneo mentalmente freschi, cosa che non accadeva nei campionati precedenti dove le formazioni arrivavano stanche“, ha detto l’ex allenatore dell’Arsenal. Un’ottica particolare, che in realtà va in contrasto alle lamentele di qualche ct, che invece non ha apprezzato la sola settimana di ritiro prima del Mondiale.
Sul parere di Wenger, però, influisce anche un altro aspetto, potenzialmente rivoluzionario: “Se vogliamo democratizzare il calcio, dobbiamo tenere i Mondiali in paesi africani dove è impossibile giocare in estate”. Un ragionamento simile a quello condotto da Gianni Infantino nel legittimare il Mondiale in Qatar, che alla lunga potrebbe tuttavia portare ad una frattura nel mondo del calcio.
Se è vero che l’espansione del mercato del “prodotto-calcio” fa comodo a tutti, e così sarebbe anche se il Mondiale un domani si svolgesse in Africa, d’altro canto potrebbe acuirsi il contrasto tra i club e la FIFA. E questo potrebbe anche influire anche sulla concezione dei Mondiali e delle competizioni per club, che hanno i loro interessi a non vedere stravolti i calendari. Tanti i pro, così come i rischi, per un equilibrio che va trovato in modo da non rivoluzionare le cose in maniera netta ed immediata.